Cristiani testimoniano al processo sull'attacco a Sangla Hill
Oggi depongono davanti al giudice distrettuale; in un primo momento avevano deciso di non collaborare chiedendo un'inchiesta dell'Alta Corte. Non solo la legge sulla blasfemia, anche la stampa in lingua urdu rappresenta una minaccia per le minoranze religiose nel Paese.
Sangla Hill (AsiaNews) - I cristiani della comunità di Sangla Hill, in Pakistan, si presenteranno oggi davanti al giudice distrettuale di Nankana per testimoniare l'aggressione subita il 12 novembre da una folla di musulmani. A deciderlo è stata la Commissione per l'Azione locale di Sangla Hill, la quale fino a pochi giorni fa rifiutava di collaborare, perché pretendeva un'inchiesta dell'Alta Corte.
Intanto la deposizione di due testimoni musulmani fanno vacillare le accuse di blasfemia rivolte a Yousaf Masih, ritenute la scintilla che ha fatto esplodere le violenze. L'uomo, un cristiano, avrebbe bruciato l'11 novembre alcune copie del Corano. Secondo quanto dichiarato dai due testimoni, però, Masih e colui che lo ha accusato, Mohammad Saleem, stavano litigando in un luogo diverso da quello registrato nella denuncia per blasfemia. Fin dall'inizio del caso sia i leader religiosi che la comunità hanno difeso Masih: l'uomo è analfabeta e non in grado di distinguere il Corano da altri libri. Per i familiari, tutto è nato da una semplice questione economica. La legge sulla blasfemia prevede la pena di morte per chi dissacra il Corano. Per la comunità cristiana del Paese, il provvedimento è solo una scusa per attaccarli e sistemare dispute personali.
Non è solo la legge sulla blasfemia a minacciare la presenza cristiana in Pakistan. Il 25 novembre scorso, il Daily Times - quotidiano nazionale - sottolineava anche il pericolo rappresentato dalla stampa urdu; questa ha completamente ignorato il caso di Sangla Hill, riportato da tutti i media internazionali, e continua a pubblicare articoli provocatori contro i cristiani. Il quotidiano fa poi esempi concreti. Secondo quanto riportava il 18 ottobre il Nawa-e-Waqt, un sacerdote di nome "Robert Peterson ha ricevuto il compito di convertire i pakistani al cristianesimo". La notizia continua riportando la storia di questo prete, che dal 1995 - quando ha aperto il suo ufficio a Mianwali - "ha convertito 17 mila musulmani". L'articolo spiega poi che i cristiani usano stazioni radio private per diffondere il messaggio evangelico e denuncia la presenza in molte città pakistane di uffici preposti alle conversioni. In conclusione si accusa un'organizzazione di Karachi, "Amici per i musulmani", di usare belle donne per sedurre i giovani e convincerli ad abbracciare il cristianesimo.
Il giornalista del Daily Times commenta l'articolo definendolo "provocatorio all'estremo" e afferma che è "semplicemente incredibile" che migliaia di musulmani si convertano; di solito, "la tendenza è quella contraria". L'articolo spiega che le Chiese cristiane nel Pase si limitano a servire i poveri e gli emarginati e ricorda che i cristiani sono sempre in prima linea negli aiuti umanitari e nell'assistenza sociale senza discriminazioni. Si sono schierati a favore degli indù, più volte minacciati dagli estremisti islamici, e curano gratuitamnete nei loro ospedali anche pazienti musulmani, mentre il contrario non succede spesso.
Numerosi sono i casi in cui si dà ampio spazio ad espisodi di conversione dal cristianesimo all'Islam. Il Daily Times cita il giornale Khabrain. Sulle sue pagine, il 15 ottobre, si parlava di Tariq Bhatti, figlio di un pastore protestante a Lahore, il quale si è convertito all'Islam "ispirato dall'esempio del famoso giocatore di cricket Yusuf Yuhanna. L'articolo riporta le dichiarazioni del giovane, che dichiara di aver scelto la fede islamica, perché "la sua verità riempe di luce il suo petto". "Sono pronto ad iniziare a diffondere la parola dell'Islam" conclude. Molte volte, spiega il giornalista del Daily Times, le conversioni all'Islam sono dettate dalla paura di essere un giorno colpiti dalla legge sulla blasfemia.
Il pericolo rappresentato da questo tipo di stampa è nella sua capacità di accendere gli animi degli estremisti, che sfogano il loro odio con atti di violenza come quello di Sangla Hill. Altro esempio riportato sempre dal Daily Times è la campagna contro la comunità Ahmadi, minoranza musulmana ritenuta eretica; i primi di ottobre, i media in lingua urdu hanno pubblicato una serie di violente dichiarazioni dell'organizzazione musulmana Khatm-e-Nabuwwat; il 7 ottobre nel villaggio di Mong - nordest di Multan - due uomini su una moto hanno aperto il fuoco dentro una moschea appartenente alla comunità Ahmadi uccidendo 8 persone.