05/03/2020, 12.48
CINA
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Cristiani protestanti, la missione nell’era del coronavirus

di Daniel Dakota

Lunghe settimane di isolamento spingono persone sole a solitudine e psicosi. I pastori e i fedeli ravvivano il senso di comunità con la preghiera online. Aiutare la popolazione di Wuhan con donazioni di materiale medico e predicando il Vangelo.

Shanghai (AsiaNews) – “China Source”, una pubblicazione protestante che si interessa del cristianesimo in Cina, ha diffuso la testimonianza di un fedele (statunitense) che si trova in una “mega-città” (Shanghai). Daniel Dakota mette in luce le difficoltà in cui si trovano le comunità cristiane non potendo radunarsi fisicamente insieme: solitudine, psicosi, ma anche discussioni sul valore della Cena del Signore online… L’epidemia del coronavirus è anche un’occasione di ravvivare la missione delle comunità verso Wuhan e verso la Cina. Ecco la traduzione dell’articolo (a cura di AsiaNews).

Quando gli amici e la famiglia di origine mi chiedono qualcosa sulla situazione legata al coronavirus, la prima parola che mi viene in mente è “spaventoso”. Io e la mia famiglia viviamo in una mega-città cinese di circa 26 milioni di persone. Immaginate cosa significa isolare non solo New York, ma insieme anche le altre nove più grandi città negli Usa. E questo è spaventoso.

Il governo centrale chiede alla gente di rimanere in casa il più possibile e di evitare luoghi pubblici. La più parte della gente osa andare fuori di casa solo per correre velocemente in drogheria o per respirare un po’ di aria fresca. Anche noi, per rispetto al Paese che ci ospita, abbiamo scelto di stare al chiuso il più possibile.

Quando usciamo, la maschera sul volto è obbligatoria, come pure un permesso per entrare e uscire dal quartiere. Le misurazioni della temperatura sono sempre più comuni negli uffici, nelle stazioni dei mezzi di comunicazione, nei negozi e in altri spazi pubblici. Perfino nel nostro mercatino locale, all’entrata vi sono guardie con termometri “a pistola”, per assicurarsi che tutti coloro che entrano abbiano la maschera e non abbiano febbre. La maggior parte dei parchi pubblici sono chiusi, come pure molti uffici e negozi. La mega-città è diventata una città fantasma con la maschera.

Preoccupazioni e sfide

Il mondo osserva come la Cina lotta per contenere il coronavirus. Viva via che passano i giorni e le settimane di isolamento, i cristiani in Cina si trovano di fronte a una sfida molto particolare. Per cominciare, la maggior parte dei servizi religiosi e gli appuntamenti settimanali sono sospesi o trasferiti su una qualche piattaforma online. Per molti pastori, la tecnologia è un “male necessario” che però non sostituisce il ministero e la cura pastorale in carne ed ossa. I pastori hanno rapporti molto minimi con i membri della comunità, e ciò rende difficile in prendersene cura.

Questo è proprio il momento in cui sono necessari cura pastorale e guida perché i membri della chiesa sono a rischio di danni emozionali e spirituali. Alcuni fedeli combattono contro la solitudine e l’isolamento. Le persone che vivono da sole possono sentirsi sempre più abbandonate. Pastori e fedeli si impegnano con forza a stare in contatto con la loro comunità e si assicurano che la gente abbia tutto quello di cui hanno bisogno.

Nello stesso tempo, ogni giorno ci alziamo con una valanga di notizie e di voci sul coronavirus. Molta gente rimane a casa tutto il giorno e si imbeve di queste cose, e ciò può alimentare il senso di panico. I pastori lavorano con zelo per confortare i membri della loro comunità.

Vi sono altri pericoli spirituali. In questo momento, i pastori sono meno preoccupati delle pressioni del governo e sono più preoccupati delle dispute interne alle chiese, del disaccordo esistente su come affrontare questa situazione speciale.

All’inizio, la preoccupazione principale era – dato che molte comunità non possono incontrarsi di persona – come avrebbero dovuto continuare a incontrarsi e a pregare. Di recente un pastore mi ha detto: “Ognuno ha la sua opinione, e ognuno la sostiene con le loro ‘prove’”. Per il momento, molte chiese sono migrate verso gli incontri online.

Ma via via che l’isolamento si allunga, le domande si complicano di più e i dibattiti divengono più infuocati. Alcune comunità ora discutono se i membri della chiesa non possono celebrare la Cena del Signore per loro conto. Dopo tutto, essi dicono, se possiamo incontrarci online, perché non celebrare online anche la Cena del Signore?

Le dispute su questi temi crescono. E le discussioni minacciano delle spaccature nelle chiese. I pastori sono concentrati su come guidare i fedeli attraverso tutti questi disaccordi, e su come essere chiesa quando la chiesa non può radunarsi fisicamente.

Ad ogni modo, molte chiese sono preoccupate non solo dei loro problemi interni. Nella città dove vivo, vi sono comunità che cercano di mobilitarsi per portare sostegno alla popolazione di Wuhan. Sono tutti appassionati a fare il possibile per aiutare la gente a Wuhan, ma si scontrano contro diversi ostacoli.

Alcune chiese hanno raccolto fondi per inviare a Wuhan materiale medico, ma hanno avuto difficoltà a trovare un fornitore affidabile. Vi sono racconti di molti imbroglioni e truffatori che vendono forniture false, materiali di bassa qualità, sotto lo standard, o perfino materiale “riciclato”.

Vi sono persone che hanno comprato materiale sanitario da gente che si spacciava come fornitore e hanno poi scoperto che il “venditore” è fuggito con i soldi. E anche quando si è trovato il materiale, non è sicuro che l’invio potrà giungerà a destinazione.

Opportunità

Eppure, la chiesa continua a splendere in modo brillante in mezzo a una Cina impazzita per il coronavirus. Anche se la vita “normale” è a un punto morto, la chiesa continua ad essere sale e luce per coloro che la circondano. I cristiani in Cina hanno una grande opportunità. Anzitutto, il coronavirus dà ai cristiani la possibilità di condividere con gli altri le ragioni della speranza che è in loro, nel far fronte al coronavirus. Preghiamo che Dio usi questa situazione per ammorbidire i cuori delle persone al Vangelo. Di recente, un mio amico pastore ha detto con ottimismo che, una volta che Wuhan è riaperta, dovremmo cominciare a programmare brevi viaggi missionari nella città per condividere il vangelo con la gente di là.

C’è un’altra opportunità perché la chiesa sia la città posta sul monte. Dopo il tragico terremoto del Sichuan nel 2008, i cristiani hanno fatto molte donazioni e contribuito al donato molti materiali e contribuito ai soccorsi. Ciò è stato notato e lodato dai loro concittadini. Ancora una volta, oggi i cristiani hanno l’opportunità di alzarsi e testimoniare la loro fede donando materiale medico, contribuendo al soccorso pregando per le persone di Wuhan. Cristo continua a preservare e proteggere la sua chiesa in Cina e ad usarla per la sua gloria.

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