Cristiani e musulmani marciano insieme contro l'egemonia islamista
Il Cairo (AsiaNews) - "Fra cristiani e musulmani non vi è alcuna divisione, entrambe le comunità sono per l'unità di tutti gli egiziani". È quanto afferma ad AsiaNews Magdi Mina, 27 anni, portavoce del Maspero Youth Union, organizzazione per i diritti umani che opera nel Paese. Al grido "musulmani e copti mano nella mano per costruire una nuova alba" e "copti e musulmani sono figli dell'Egitto", oltre 5mila egiziani hanno manifestato lo scorso 9 aprile contro l'attacco alla cattedrale. L'attivista, fra gli organizzatori della marcia, racconta le recenti violenze avvenute lo scorso 7 aprile davanti alla cattedrale copta ortodossa di San Marco, e critica gli articoli comparsi in questi giorni che accusano i copti di aver attaccato per primi costringendo la polizia ad intervenire.
"L'attacco - afferma - è stato lanciato da alcune persone che si sono infiltrate nel corteo funebre per i quattro cristiani morti in un precedente sconto nel sobborgo di al-Khosoos. I teppisti hanno iniziato a lanciare pietre e bombe molotov contro di noi. La polizia ha risposto lanciando lacrimogeni dentro la cattedrale, ma alcuni hanno sparato uccidendo due persone". Per Magdi Mina i Fratelli Musulmani, fra tutti il presidente Morsi, continuano a mentire sostenendo la loro completa estraneità ai fatti e dichiarando il loro appoggio morale ai cristiani.
"Sappiamo - continua l'attivista - che molti dei loro affiliati hanno scritto articoli in cui affermano che sono stati i cristiani ad attaccare per primi. Io ero presente e non è andata assolutamente come alcuni giornali fanno credere". In protesta contro il regime, lo scorso 9 aprile diversi deputati cristiani si sono dimessi dal Consiglio della Shura a maggioranza islamista.
Partita alle cinque del pomeriggio nel centro del Cairo, la marcia si è snodata fino al sagrato della cattedrale copta. L'evento è stato organizzato dal Maspero Youth Union e altri movimenti sorti dopo la rivoluzione. Alla manifestazione ha partecipato anche molta gente comune, soprattutto musulmani. Essi hanno scelto di scendere in piazza per mostrare la propria solidarietà ad amici, colleghi, vicini di casa cristiani. Uno di loro, Hisham el-Shazly, musulmano, afferma: "Ho giurato a me stesso che sarei sceso in piazza oggi. I miei vicini sono copti e non potevo non far vedere loro la mia faccia". L'uomo dichiara che "non ci sono argomenti che dividono cristiani e musulmani, tutti siamo abitanti di questo Paese. I cristiani non sono alleati dei musulmani, gli alleati possono andarsene, i cristiani sono come noi abitanti dell'Egitto. Ma questo regime sta cercando di dividere fratelli e sorelle, padri e figli". Secondo el-Shazly il regime vuole mettere le comunità una contro l'altra per guadagnare potere e mantenere il controllo sul Paese: "In questi giorni ho detto ai miei amici di aprire gli occhi perché non vi è alcuna differenza fra cristiani e musulmani". (S.C.)