Cristiani e buddisti vietnamiti celebrano i soldati, “eroi” anti-cinesi delle Spratly
Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Cattolici e buddisti vietnamiti celebrano la memoria dei soldati "eroi", che hanno perso la vita negli anni '70 nella difesa di un gruppo di isole nel mar Cinese meridionale (ancora oggi) al centro di una disputa con Pechino. Per decenni il governo di Hanoi ha proibito manifestazioni pubbliche in ricordo dei militari caduti sul campo e delle decine di migliaia di civili uccisi (almeno 50mila) lungo il confine nord con la Cina nella guerra sino-vietnamita del 1979. Il Partito comunista, legato a doppio filo all'omologo di Pechino, ha sempre vietato cerimonie e ricorrenze; anche per il 2014 le autorità della provincia di Da Nang hanno bloccato all'ultimo un evento pubblico previsto per 18 gennaio scorso. Una decisione che ha destato malumore e sconforto fra la gente del luogo e che rappresenta "un insulto alla nazione" per il professor Dinh, autorevole storico e ricercatore.
A dispetto dei divieti ufficiali, nei giorni scorsi almeno 200 persone - mobilitate dagli attivisti di "No-U Group" - si sono riuniti ad Hanoi presso il monumento di Lý Thái Tổ (nazionalista convinto e fondatore della città), per commemorare i soldati nord e sud-vietnamiti che hanno sacrificato la loro vita "nella lotta contro gli invasori cinesi". E il 18 gennaio il Paul Nguyễn Văn Bình Club - fondato in memoria del defunto arcivescovo di Saigon al tempo della Guerra - ha celebrato una messa per ricordare il tributo di sangue a difesa delle isole Spratly e Paracel.
Docenti e ricercatori sottolineano che è compito del governo comunista "promuovere la riconciliazione nazionale e il patriottismo", proteggendo le acque e le isole comprese nel territorio "prima dell'invasione cinese". Un ricercatore non cattolico, ma che ha voluto partecipare alla messa, aggiunge che pur fra religioni e ideologie diverse "dobbiamo preservare il valore dell'unità" contro l'imperialismo cinese. Il professor Tuong Lai, buddista, sottolinea che è desiderio comune di tutte le fedi mantenere la pace, la giustizia, e il patriottismo per le nuove generazioni. P. Lê Quốc Thăng, segretario generale della Commissione di Giustizia e Pace della Chiesa vietnamita, insiste sul valore dell'unità e del patriottismo, indispensabili per la pace e lo sviluppo del Vietnam.
Le isole del Mar cinese meridionale - ricco di gas naturale, petrolio e snodo strategico per il commercio marittimo internazionale - sono al centro di una controversia che vede opposte la Cina e i Paesi dell'area del Sud-est asiatico, fra cui Vietnam e Filippine. Gli storici di Hanoi rivendicano il possesso delle isole "sin dal XVII° secolo"; tuttavia, un attacco della marina cinese fra il 17 e il 19 gennaio 1974 ha permesso la conquista - e il controllo - delle Paracel. Nel 1988 segue l'assalto alle Spratly, durante il quale le navi di Pechino aprono il fuoco uccidendo 64 guardie di confine vietnamite e occupando sette atolli. Per i nazionalisti di Hanoi, le vittime dell'assalto sono considerate a tutti gli effetti degli "eroi".
In passato le manifestazioni dei patrioti vietnamiti hanno rappresentato anche una critica aperta verso il governo di Hanoi, per l'atteggiamento "accondiscendente" mostrato nei confronti di Pechino. Nel 2011 a più riprese attivisti, intellettuali e membri della società civile sono scesi in piazza intonando slogan e brandendo cartelli e manifesti. Tuttavia, il regime comunista ha represso con la forza le dimostrazioni, compiendo arresti e perquisizioni in abitazioni private (cfr. AsiaNews 22/08/2011 Mar cinese meridionale: Hanoi contro le proteste, arrestati 50 manifestanti anticinesi).