Cristiani e buddisti promuovano insieme la crescita della fraternità
Città del Vaticano (AsiaNews) - Buddisti e cristiani sono chiamati "in spirito di collaborazione" a "rispettare e difendere la nostra comune umanità nella varietà dei contesti socio-economici, politici e religiosi". Promuovere la costruzione della fraternità in un mondo "troppo spesso lacerato da oppressione, egoismo, tribalismo, rivalità etniche, violenza e fondamentalismo religioso, un mondo dove "l'altro" è trattato come un essere inferiore, una non- persona, o qualcuno da temere e, se possibile, da eliminare" è l'oggetto del messaggio che il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato in occasione della festività buddista di Vesakh, la festività più importante per i buddisti.
Questo il testo del messaggio.
Buddisti e Cristiani: promuoviamo insieme la crescita della fraternità
Cari amici buddisti,
1. A nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso desideriamo ancora una volta porgere a tutti voi, in ogni parte del mondo, gli auguri più cordiali in occasione del Vesakh.
2. I nostri auguri si ispirano quest'anno al Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2014, intitolato "Fraternità, fondamento e via per la pace", in cui egli osserva che: "la fraternità è una dimensione essenziale dell'uomo, il quale è un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura" (n. 1).
3. Cari amici, la vostra tradizione religiosa ispira la convinzione che le relazioni amichevoli, il dialogo, lo scambio di doni, ed il rispettoso ed armonioso scambio di vedute portano ad un atteggiamento di cortesia e di amore, che a sua volta genera relazioni autentiche e fraterne. Siete altresì convinti che le radici di ogni male siano l'ignoranza e l'incomprensione nate dall'avidità e dall'odio che, a loro volta, distruggono i legami di fraternità. Sfortunatamente, "l'egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e tante ingiustizie" ci impedisce di vedere gli altri "come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2014, n. 2).
4. Noi buddisti e cristiani viviamo in un mondo troppo spesso lacerato da oppressione, egoismo, tribalismo, rivalità etniche, violenza e fondamentalismo religioso, un mondo dove "l'altro" è trattato come un essere inferiore, una non- persona, o qualcuno da temere e, se possibile, da eliminare. Tuttavia, noi siamo chiamati, in spirito di collaborazione con altri pellegrini e con le persone di buona volontà, a rispettare e difendere la nostra comune umanità nella varietà dei contesti socio-economici, politici e religiosi. Attingendo alle nostre differenti convinzioni religiose, siamo chiamati in particolare ad essere franchi nel denunciare tutti i mali sociali che danneggiano la fraternità; ad essere curatori, che aiutano gli altri a crescere nella generosità disinteressata, e ad essere riconciliatori, che abbattono i muri di divisione e promuovono nella società una vera fraternità fra singoli e gruppi.
5. Nel mondo odierno si assiste a una crescita del senso della nostra comune umanità e ad una ricerca globale di un mondo più giusto, pacifico e fraterno. Ma la realizzazione di queste speranze dipende dal riconoscimento di valori universali. Noi speriamo che il dialogo interreligioso, riconoscendo dei principi fondamentali di etica universale, possa contribuire a promuovere un rinnovato e profondo senso di unità e di fraternità fra tutti i membri della famiglia umana. Davvero, "ciascuno di noi è chiamato ad essere un artigiano della pace, unendo e non dividendo, estinguendo l'odio e non conservandolo, aprendo le vie del dialogo e non innalzando nuovi muri! Dialogare, incontrarci per instaurare nel mondo la cultura del dialogo, la cultura dell'incontro" (Papa Francesco, Discorso ai partecipanti all'Incontro Internazionale per la Pace promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, 30 settembre 2013).
6. Cari amici, per costruire un mondo fraterno, è di vitale importanza che uniamo le forze per educare le persone, in particolare i giovani, a cercare fraternità, a vivere in fraternità e ad avere il coraggio di costruire fraternità. Preghiamo che la celebrazione di Vesakh sia un'occasione per riscoprire e promuovere nuovamente la fraternità, specialmente nelle nostre società divise.
Permetteteci, ancora una volta, di esprimervi le nostre cordiali felicitazioni e di augurare a tutti un Felice Vesakh!
Jean-Louis Cardinal Tauran
Presidente
P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ
Segretario
03/04/2020 09:30