Cristiani e attivisti: tutti i bambini hanno lo stesso valore, anche in India
Oggi si celebra la Giornata mondiale delle bambine. Nel Paese il rapporto tra maschi e femmine è di 1000 a 918. Le associazioni puntano sull’educazione per rendere le ragazze indipendenti e in grado di sostenere le famiglie. Storie di rinascita attraverso l’amore caritatevole e progetti di sviluppo.
New Delhi (AsiaNews) – Jyothi, una bambina accolta da un lebbrosario aperto dai missionari del Pime a Nalgonda (Telangana), e oggi è una famosa presentatrice televisiva; Lalita, che ha lottato per dare alla luce la terza figlia femmina, vista poi morire di malnutrizione; Latha, Deepa e Jamila, figlie di una giovane madre che ha deciso di suicidarsi perché non sopportava il peso di aver partorito tre bambine, che ora vivono con la nonna. Sono alcune delle migliaia di bambine indesiderate in India, che hanno avuto una seconda opportunità nella vita grazie all’incontro con associazioni cristiane e internazionali che si prendono cura di loro e combattono il fenomeno dell’infanticidio e degli aborti selettivi. Perché tutti i bambini, afferma ad AsiaNews p. Rayarala Vijay Kumar, superiore regionale del Pime, “hanno lo stesso valore, anche in India. Non sono una perdita di soldi per le famiglie”.
Oggi si celebra la Giornata mondiale delle bambine. In India è ancora molto diffusa una mentalità tradizionale che considera la donna un peso per la società, un “fardello” per le famiglie più povere. P. Rayarala spiega: “Quando nasce una bambina, essa rappresenta una preoccupazione. I padri spendono per la loro formazione; poi devono pagare la dote alla famiglia del futuro marito e alla fine spesso le ragazze nemmeno mettono a frutto l’istruzione ricevuta e non lavorano dopo il matrimonio”.
Negli ultimi anni il Paese ha prodotto 21 milioni di bambine “non volute” nello spasmodico tentativo di avere il figlio maschio; altre 63 milioni non sono mai nate a causa degli aborti selettivi, vietati ma tutt’ora praticati in maniera illegale. Secondo il censimento del 2011, il rapporto tra maschi e femmine è di 1000 a 918.
Per contrastare la discriminazione di genere, in India il Pime ha dato vita ad un programma di adozioni a distanza. Localizzato nello Stato dell’Andhra Pradesh, esso sponsorizza la formazione di circa 7mila studenti, sia maschi che femmine, attraverso 13 progetti. “L’obiettivo – continua il sacerdote – è farli studiare, fornendo loro una formazione fino alla 10ma classe. Questo consente di avviarli al mondo del lavoro e farli diventare indipendenti dal punto di vista economico. Da grandi, sosterranno le famiglie”.
Un’altra associazione che si occupa di assistenza a bambine indesiderate e madri abbandonate dai mariti è Invisible Girl Project, Ong nata nel 2009 in North Carolina che collabora con sei partner sul territorio indiano. La presidente Jill McElya riferisce che nel 2018 “gli assistenti sociali hanno salvato 132 bambine vulnerabili a rischio di essere uccise o trafficate”. In tutto, l’organizzazione assiste 823 bambine attraverso vari progetti di sviluppo. Uno di questi è la raccolta fondi “Dona una mucca”. “Anche se le vacche sono sacre in India – dice la donna – è consentito mungere il loro latte e rivenderlo. L’animale costa circa 1.000 dollari: noi lo doniamo alle famiglie, in modo che esse possano utilizzare il ricavato della vendita del latte per pagare la scuola”. Una delle famiglie che si mantengono grazie a questo progetto è quella di Latha, Deepa e Jamila (nomi di fantasia). “La loro è una storia straziante”, racconta Jill: la madre Prena viene costretta a generare figli per avere il maschio tanto agognato; dopo la nascita della terza bambina, la donna subisce pesanti pressioni e si dà fuoco per disperazione. Le piccole ora vivono con la nonna Padma, che le mantiene grazie alla mucca regalata dalla Ong. L’associazione "lavora anche per la riconciliazione dei nuclei familiari per evitare che i mariti abbandonino le mogli".
Un terzo progetto di sviluppo femminile è la campagna “#VanishingGirls”, dell’Ong cristiana Alliance Defending Freedom India (ADF India). Dal suo lancio due anni fa, l’associazione ha aiutato 15mila persone. Anushree Bernard, coordinatrice indiana, dichiara: “Tutti i bambini sono preziosi. Dobbiamo eliminare il fenomeno del feticidio attraverso l’educazione”.
11/10/2019 12:13
09/04/2019 12:22