Crisi in Yemen: Washington, Londra e Parigi chiudono le ambasciate
Sanaa (AsiaNews/Agenzie) - Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia stanno chiudendo le loro rappresentanze diplomatiche in Yemen, per il progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza e la perdurante crisi politica nella nazione araba. I governi di Washington e Londra hanno ritirato il personale dalle ambasciate a Sanaa e hanno invitato i propri concittadini a lasciare al più presto il Paese. Domani seguirà anche Parigi. Intanto i rappresentanti delle Nazioni Unite continuano a mediare fra le varie fazioni politiche e i ribelli sciiti, che la scorsa settimana hanno assunto il controllo della capitale e disciolto il Parlamento.
Il 22 gennaio scorso il presidente Abdrabbuh Mansour Hadi e il suo esecutivo hanno rassegnato le dimissioni, dopo che i ribelli Houthi hanno conquistato il palazzo presidenziale e posto i suoi membri agli arresti domiciliari. La crisi ha minacciato di far deragliare il processo di transizione in chiave democratica promosso dalle Nazioni Unite, in seguito alla cacciata del presidente Ali Abdullah Saleh nel 2011.
Richiamando l'ambasciatore e il personale diplomatico, Londra avverte che la situazione relativa alla sicurezza nel Paese "ha continuato a deteriorasi negli ultimi mesi". Una decisione simile era stata presa poco prima dagli Stati Uniti, che hanno sospeso tutte le operazioni della rappresentanza nella capitale yemenita.
Diversa la posizione del leader dei ribelli sciiti Abdul Malik al-Houthi, secondo cui le preoccupazioni dei governi occidentali sulla situazione in Yemen sono "infondate". "È interesse di tutti - ha aggiunto - dentro e fuori dal Paese, che lo Yemen sia stabile", respingendo l'accusa di un "colpo" di Stato avanzata da alcuni Stati sunniti appartenenti al Consiglio di cooperazione del golfo Persico (Gcc).
Gli Houthi sono un gruppo politico all'interno degli Zaidi sciiti originario del nord dello Yemen; dal 2004 chiedono maggiori diritti e promuovono attacchi contro il potere centrale e le milizie filo-governative sunnite. Durante la rivolta del 2011 hanno acquisito un potere e una autonomia crescenti nella provincia settentrionale di Saada, infliggendo anche pesanti sconfitte ai tribali sostenuti dall'Islah nella vicina provincia di Amran.
In un quadro mediorientale contraddistinto da violenze e focolai di guerra, per Washington e i Paesi arabi la stabilità dello Yemen resta una priorità, per la vicinanza con l'Arabia Saudita e la presenza di rotte commerciali marittima (attraverso il golfo di Aden) di importanza strategica.
02/10/2020 11:42