Crisi climatica e indebitamento, il Pacifico chiede aiuto
Un rapporto presentato nel giorno dedicato a San Francesco da Caritas Oceania indaga la combinazione di cambiamenti climatici e debito pubblico. Le nazioni insulari della regione chiedono che i Paesi ad alto reddito aiutino a costruire la resilienza necessaria a proteggere le comunità locali. Servirebbe almeno un miliardo di dollari all'anno: oggi ne arriva la metà.
Port Moresby (AsiaNews) - I disastri indotti dai cambiamenti climatici uniti alla crisi dei debito rischiano di genere un’instabilità economica senza precedenti nella regione del Pacifico. È l’appello lanciato ieri in conferenza stampa dalla Caritas Oceania e dal Jubilee Australia Research Centre, che insieme hanno pubblicato il primo rapporto che esamina nel dettaglio i problemi della commistione tra crisi climatica e finanziaria sui Paesi del Pacifico.
Gli arcipelaghi della regione sono esposti all’innalzamento dei livelli dei mari, a cicloni sempre più forti e frequenti, a maree che hanno un impatto ambientale devastante: eventi estremi che costringono le piccole nazioni insulari del Pacifico a chiedere prestiti per riparare i danni, alimentando la trappola del debito.
Il rapporto, presentato il giorno dedicato a San Francesco d'Assisi e intitolato “Nubi gemelle all'orizzonte: scongiurare una crisi combinata di clima e debito nel Pacifico attraverso finanziamenti climatici erogati localmente", chiede alla comunità internazionale di intervenire sul debito climatico. Secondo il documento il denaro deve arrivare nelle mani di coloro che ne hanno più bisogno; è necessario poi ristrutturare il debito, migliorando i finanziamenti per il clima, oltre a sovvenzionare le pratiche di resilienza contro i danni ambientali.
"Siamo in un momento molto critico per lo sviluppo della resilienza climatica, soprattutto nel Pacifico, che sta affrontando minacce esistenziali. Il mondo è posto davanti alla sfida di ascoltare e vedere con orecchie e occhi attenti la lotta di coloro che sono in prima linea contro il cambiamento climatico, e di avere il coraggio di agire in modo solidale", ha dichiarato il card. Soane Patita Paini Mafi, presidente regionale di Caritas Oceania.
"Sette nazioni del Pacifico, tra cui la Papua Nuova Guinea, sono già a rischio indebitamento. Guardate cosa è successo a Vanuatu, dove il debito pubblico è più che raddoppiato dopo il ciclone Pam del 2015 a causa dei costi di riparazione e ricostruzione. Abbiamo bisogno di adeguati finanziamenti per proteggere le nostre comunità dai cambiamenti climatici senza aggravare ancora di più l'onere del debito esistente", ha aggiunto Mavis Tito, direttrice di Caritas Papua Nuova Guinea.
"Finanziare la resilienza climatica corrisponde, in sostanza, al rimborso di un debito dovuto dai Paesi che hanno di più causato il cambiamento climatico a quelli che ne subiscono gli effetti peggiori. I Paesi ad alto reddito si sono sottratti al pagamento di questo debito per anni", ha sottolineato Luke Fletcher, direttore esecutivo di Jubilee Australia.
Il rapporto, le cui raccomandazioni verranno inserite nella dichiarazione che le nazioni del Pacifico presenteranno alla COP27, tra le altre cose chiede anche che venga garantito un finanziamento annuale di un miliardo di dollari per coprire i costi di adattamento climatico. Al momento le isole della regione ricevono metà di questa somma per lo sviluppo della resilienza climatica.