Cresce il numero dei cattolici coreani: +48,6% negli ultimi 20 anni
L’Istituto pastorale cattolico di Corea (Cpik) pubblica un rapporto. La diocesi di Suwon ha registrato il maggiore aumento di fedeli (+89,1%). Il tasso di crescita annuale nel Paese è però rallentato a meno dell’1%. Il vescovo di Daejeon: “L’impegno della Chiesa per vincere materialismo, competizione egoista”.
Seoul (AsiaNews) – Negli ultimi 20 anni, il numero dei cattolici in Corea del Sud è aumentato in modo costante registrando una crescita del 48,6%. Sebbene negli ultimi tempi il ritmo sia notevolmente rallentato, la comunità è cresciuta dai 3.946.844 fedeli del 1999 ai 5.866.510 del 2018. È quanto emerge da un rapporto pubblicato in questi giorni dall’Istituto pastorale cattolico di Corea (Cpik).
Fra tutte le diocesi sudcoreane, quella di Suwon – appena a sud della capitale Seoul – ha registrato la crescita maggiore l'89,1%. A seguire vi è Daejeon, nella Corea centrale, con il 79,6%. Sull’ultimo gradino del podio vi è Uijeongbu, a nord della capitale, con il 78,9%. Tuttavia, il tasso di crescita annuale è gradualmente rallentato a meno dell’1%. Nel 2000 e nel 2001, la popolazione cattolica è cresciuta rispettivamente del 3,2% e del 3,9%, prima di scendere al 2% nel 2009. Il dato è passato all'1,7% nel 2010 prima di risalire per un breve periodo è al 2,2% nel 2014 – anno in cui ha avuto luogo il viaggio apostolico di papa Francesco nella Repubblica di Corea; infine è sceso di nuovo sotto l'1%, fino a raggiungere lo 0,9% di due anni fa.
Eretta nel 1962 come suffraganea di Seoul, la diocesi di Daejeon si estende sulla provincia del Chungcheong meridionale e sull’area metropolitana del suo capoluogo. A fronte di una popolazione di oltre 3,8 milioni di abitanti, i cattolici sono circa 315mila e rappresentano poco più dell’8% della popolazione. Dal 2005, il vescovo è mons. Lazzaro You Heung-sik, che presiede anche la Commissione per gli Affari sociali della Conferenza episcopale di Corea (CBCK).
Mons. You spiega ad AsiaNews alcuni dei fattori che hanno contribuito alla crescita della diocesi di Daejon. “Nel 2014 – racconta – in occasione della VI Giornata della gioventù asiatica, papa Francesco ha visitato la nostra diocesi. Quando si riceve una simile grazia, è doveroso metterla a frutto. Per questo motivo, abbiamo aperto il sinodo diocesano l’8 dicembre del 2015, data coincisa con l’inizio del Giubileo straordinario della misericordia. Il sinodo diocesano è durato tre anni e cinque mesi; si è concluso il 27 aprile 2019. Si è trattato di un’occasione per camminare tutti insieme: sacerdoti, religiosi e religiose, laici e giovani. Camminare insieme ed ascoltarsi in modo reciproco, con umiltà, porta sempre ad un risveglio della fede e della vita cristiana. Il sinodo ha rappresentato per la diocesi un percorso di discernimento comunitario dello Spirito Santo. Esso ha dunque rilanciato l’impegno dei cattolici locali nella missione dell’annuncio del Vangelo”.
“Al di là dei numeri – prosegue il vescovo – è importante quanto i fedeli partecipino alla messa domenicale ed a sacramenti come quello della confessione. Quello in corso per me è stato un periodo molto impegnativo. Lo scorso 10 gennaio, ho celebrato l’ordinazione di nove sacerdoti. Allo stesso tempo, mi sono occupato dei trasferimenti di ben 120 tra parroci e vice: nella diocesi di Daejeon, i primi servono ciascuna comunità per cinque anni; i secondi per due. Prima che questi raggiungano la nuova parrocchia di destinazione, sono chiamati ad un colloquio personale con me. Nella nostra diocesi, circa il 25% dei fedeli partecipa con regolarità alle funzioni; il dato è superiore del 5% alla media nazionale. In questo vedo i frutti del sinodo diocesano”.
Sul perché tante persone si avvicinano alla religione cattolica, mons. You afferma: “Il mondo di oggi è vittima di materialismo, invidia, competizione egoista: ognuno pensa a sé stesso e vuole ‘vincere’ sugli altri. Ma come può questo portare alla felicità e alla pace? È invece necessaria una vita di comunità, l’amore reciproco come comandamento nuovo. Camminando insieme si vivono esperienze di fede, senza cui è difficile spiegare la fede. Inoltre, esse portano alla ‘vita cristiana concreta’ su cui tanto insiste papa Francesco. È fondamentale anche quanto ha sottolineato il Santo Padre in occasione della terza Giornata mondiale dei poveri, lo scorso 17 novembre: l’importanza di cercare e trovare i bisognosi, non una sola volta ma in continuazione; interessarsi ai bisogni del prossimo. Questo è qualcosa che giova molto alla vita e alla fede di ciascuno”.
Alla luce della crescita della popolazione cattolica, la Chiesa di Corea è pronta ad assumere un ruolo sempre più rilevante nell’evangelizzazione in Asia, offrendosi come un importante sostegno alle comunità di altri Paesi. “Cerchiamo sempre di aiutare gli altri, perché così facendo maturiamo anche noi: nel dare, riceviamo di più. La Chiesa coreana è molto cosciente della necessità di uscire dal Paese, sia materialmente che in termini di persone e missionari fidei donum. Proseguiremo su questa strada, andremo avanti e faremo sempre di più”. (P.F.)
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