Cresce il livello di vita dei tailandesi: solidarietà contro la crisi economica
Bangkok (AsiaNews) - Recenti statistiche evidenziano che in Tailandia il livello di vita della popolazione è in crescita, ma anche se la percentuale dei poveri è un quinto rispetto a 20 anni fa, il problema del debito, un reddito insufficiente per il risparmio, l'accesso all'educazione di base, la sicurezza sociale e le opportunità di carriera restano fattori di difficoltà per la vita dei poveri.
Rispetto a 20 anni fa, la percentuale di persone che vive sotto la linea di povertà è sceso dal 42% del 1988 all'8,1% del 2010. Ciò malgrado, circa un quinto delle famiglie tailandesi non possiede la propria casa e circa due terzi delle famiglie ha debiti e non riesce a guadagnare abbastanza per creare risparmio.
A febbraio, il primo ministro Yingluck Shinawatra ha definito il 2012 "un anno di sfida" e ha incoraggiato la gente a muoversi tra le varie sfide. A questo proposito ella ha promesso che il governo spingerà il settore privato a spendere per aumentare il reddito di persone. E Prasarn Triratvorakul, governatore della Banca di Tailandia, a maggio ha rivisto il Pil al rialzo del 6% dal 5,7% e 4,9% rispettivamente di marzo e gennaio.
Le ultime statistiche condotte dal National Research Committee indicano una popolazione di 62.926.261 di persone nelle 77 province del Paese. Il dato trimestrale del 2011 mostra che sono impiegati solo 39.317.200 persone, con l'indebitamento delle famiglie a 136.562 baht all'anno (circa 4.600 dollari).
Le due storie seguenti sono esempi di come le persone nella loro crisi economica cercano la collaborazione e la solidarietà all'interno della loro comunità, utilizzando risorse intellettuali e naturali per creare un piccolo "family business" con sincerità, energia, pazienza e onestà.
La prima è quella di Barn Boonkum, della comunità di Baan Doke Bua, nella provincia settentrionale di Phayao. Gli abitanti sono per lo più contadini o artigiani che lavorano il bambù. Barn Boonkum nel 2009 ha vinto il premio per il miglior capo villaggio. "Ho frequentato vari corsi di formazione del Dipartimento per lo sviluppo della comunità - racconta - e ho portato autosufficienza economica nella pratica reale della vita quotidiana avviando gli abitanti del villaggio alla coltivazione organica degli ortaggi, all'allevamento della rana e del pesce gatto. Inoltre, per aumentare il reddito si sfrutta il bambù per realizzare cestini. Gli abitanti partecipano alle decisioni sugli indirizzi della comunità". Barn sottolinea che è importante che tutti nella comunità debbano fare affidamento gli uni sugli altri, per una autentica solidarietà.
La seconda storia è quella di Vicha Phromyong, noto a livello internazionale come "Coffee Man", ma chiamato a Doi Chang, nella settentrionale provincia di Chiang Rai, "Ah Po", che significa "Un venerabile anziano".
"Ah Po", che ha 60 anni, ricorda che le popolazioni tribali delle montagne del nord - prive della possibilità di educazione scolastica - per tradizione si dedicavano alla coltivazione dell'oppio. "Quando il governo ha lanciato il progetto per cambiare l'economia delle colture, venne da me Ahdel, un capo villaggio del quale ero amico, per chiedermi consiglio. Nella zona c'era un'area di 500 rais (1600 metri quadrati) coltivata a caffè, ma il prezzo non era buono". Egli cominciò allora a studiare a fondo come rendere conveniente la produzione, prima di investire iniziali 325mila Baht (11mila dollari). "Abbiamo lavorato molto duramente": "gli uomini giovani aiutavano a costruire strade e scuole sufficienti per i loro figli: tutti lavoravano non per denaro, ma per lo sviluppo della loro comunità".
"Da solo non avrei potuto fare niente, ma oggi il nostro caffè 'Doi Chang' è invitato ad essere venduto in Dean e Deluca nello Store Harrod Department in Inghilterra. Gli stranieri sono stupiti, perché non hanno mai visto un'operazione del genere svolta da colui che è allo stesso tempo l'agricoltore, il produttore e l'esportatore".
10/09/2020 11:13