Crea dubbi tra i palestinesi l’indipendenza stile Kosovo
Le affermazioni del segretario generale dell’Olp che affermano la possibilità di seguire la strada presa da Pristina hanno provocato reazioni contrastanti, ma che appaiono soprattutto possibiliste tra i dirigenti palestinesi.
Gerusalemme (AsiaNews) - Comprensibile attenzione hanno suscitato in Israele le parole del segretario generale del’Olp, Abed Rabbo, secondo il quale la Palestina potrebbe seguire l’esempio del Kosovo e dichiarare unilateralmente la propria indipendenza. La stampa israeliana oggi sottolinea soprattutto la “immediata” replica del presidente palestinese Mahmoud Abbas, che, scrive il Jerusalem Post, ha respinto le affermazioni di Rabbo. Per un minuto, afferma dal canto suo Haaretz, è sembrato che i negoziati si fossero svegliati, quando Rabbo “ha cercato di portare un po’ di animazione”.
Il segretario generale dell’Olp, all’indomani dell’ennesimo infruttuoso incontro tra Abbas ed il premier israeliano Ehud Olmert, aveva sostenuto che “il Kosovo non è migliore di noi. Noi ci meritiamo l’indipendenza anche prima del Kosovo e chiediamo agli Stati Uniti ed all’Unione europea sostegno per la nostra indipendenza”. “Se la situazione non dovesse segnare progressi – aveva specificato a Radio Palestina – noi potremmo intraprendere passi simili a quelli del Kosovo e dichiarare unilateralmente l’indipendenza”
Interrogato su tali affermazioni, Abbas ha risposto che i palestinesi sono impegnati a negoziare per trovare entro l’anno un accordo di pace. “Se non ci riusciremo – ha aggiunto – torneremo dai nostri fratelli arabi per prendere decisioni appropriate”. Frase, in realtà, abbastanza sibillina ed aperta ad opposte interpretazioni. La stampa israeliana la legge alla luce delle parole di un altro negoziatore palestinese, Saeb Erekat, il quale ha affermato che la dichiarazione di indipendenza è stata fatta dall’Olp fin dal 1988. “Abbiamo bisogno – ha proseguito – di una reale indipendenza, non di dichiarazioni. Ci serve una vera indipendenza attraverso la fine dell’occupazione”. Frase tranquillizzante, che però si accompagna a quella, invece possibilista, del capo negoziatore palestinese Ahmed Qureia: “le decisioni andrebbero prima prese e poi dichiarate, non dichiarate e poi prese”. (PD)
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