Covid: da Phnom Penh ad Abu Dhabi, parte la corsa per vaccinare i bambini
Il governo cambogiano estende ai minori a partire da sei anni la campagna di immunizzazione. L’obiettivo è raggiungere il 91% della popolazione e riaprire al turismo. Cina ed Emirati allargano la platea fino ai tre anni. Nessun anticorpo con il vaccino cinese, parlamentari di Hong Kong puntano a Pfizer per la terza dose.
Phnom Penh (AsiaNews) - Per arginare un nuovo picco nei casi di coronavirus, con 698 nuovi contagi nella giornata di oggi per un totale dall’inizio della pandemia di 102.834, il governo cambogiano intende estendere la campagna di vaccinazione ai bambini fra 6 e 11 anni. Entro fine mese è previsto l’arrivo a Phnom Penh di altre nove milioni di dosi del siero cinese Sinovac che, peraltro, non avrebbero mostrato grande efficacia nel contenimento del virus, come ammesso dagli stessi scienziati di Pechino. Il premier cambogiano Hun Sen ha speigato che tre milioni di dosi saranno consegnate il 24 settembre, altre tre milioni fra il 26 e il 27 e il resto in una fase ancora successiva.
Stime governative affermano che nei depositi vi sono almeno quattro milioni di dosi; di queste, 773.437 verranno inoculate a 386.719 bambini di Phnom Penh e delle province di Kandal, Preah Sihanouk e Koh Kong dove l’incidenza del virus è maggiore. Le restanti saranno usate per vaccinare i bambini delle altre aree del Paese, secondo un criterio di priorità crescente.
Al 16 settembre la Cambogia ha vaccinato con ciclo completo il 98% della popolazione adulta su un totale di 10 milioni di persone e l’87,54% dei giovani fra i 12 e i 17 anni, attorno ai due milioni in tutto il Paese. Prendendo in considerazione la popolazione complessiva, nel regno di 16 milioni di abitanti la percentuale di vaccinati è di oltre il 72%, un dato fra i più elevati al mondo. Sul campo la protezione sembra però ridotta anche per l’uso pressoché esclusivo del vaccino cinese, che ha mostrato capacità di interruzione della trasmissione e prevenzione della malattia grave di gran lunga inferiori rispetto ai vaccini mRna, ad AstraZeneca o al russo Sputnik.
L’obiettivo di Phnom Penh, come confermato dallo stesso primo ministro, è di vaccinare il 91% della popolazione in modo da scongiurare ulteriori chiusure e lockdown che rischiano di affossare ancor più l’economia. Proprio in queste ore arriva l’allarme del portavoce del ministero del Turismo Top Sopheak, che al Khmer Times conferma la chiusura di migliaia di attività del comparto e bisognose di aiuti immediati, in attesa di un ritorno a “una qualche forma di normalità” il prima possibile.
La Cambogia si pone fra le nazioni capofila al mondo per la vaccinazione dei più piccoli: ad oggi solo Cuba ha deciso di estendere fino ai bambini di due anni il vaccino anti-Covid, mentre Cina ed Emirati Arabi Uniti (Eau) sono partiti con i quelli dai tre anni in su. Il Cile segue la Cambogia e vuole vaccinare a partire dalle scuole elementari. La speranza è di immunizzare il maggior numero di studenti per garantire la ripresa della scuola in presenza, soprattutto nelle aree e in quei Paesi in cui la didattica a distanza mostra tutti i suoi limiti e difficoltà. Ancora oggi alcuni massimi organismi sanitari mondiali, fra i quali l’Organizzazione mondiale della sanità e lo statunitense Centers for Disease Control and Prevention raccomandano l’uso del vaccino Pfizer (il più efficace insieme a Moderna) oltre i 12 anni. Per la scuola le indicazioni restano quelle del distanziamento, della mascherina e dell’igiene personale.
Oltre ai vaccini per i più piccoli, l’altro grande interrogativo riguarda la necessità (ancora non confermata da autorevoli istituzioni) di una terza dose di richiamo per tutte le fasce di età, a prescindere dallo stato di salute clinico, dopo sei mesi dalla seconda. Già all’avanguardia nella prima fase della campagna vaccinale fra dicembre e gennaio grazie a un accordo con l’azienda produttrice, Israele è partita con il richiamo per tutti.
Regina Ip, parlamentare pro-Pechino di Hong Kong, ha ricevuto oggi il vaccino della BioNTech (terza dose) dopo aver scoperto che i primi due del prodotto cinese Sinovac non hanno generato anticorpi. Gli esami del sangue cui si è sottoposta Ip in questi giorni hanno infatti dato un esito completamente negativo. Altri sei deputati dell'ex colonia britannica dovrebbero seguire a breve il suo esempio, in un clima di crescente sfiducia sotto traccia circa l’efficacia del vaccino cinese.
24/02/2021 15:19