22/04/2021, 11.36
INDIA
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Covid-19: ospedali senza ossigeno a New Delhi. Lotta per la sopravvivenza

di Nirmala Carvalho

Continua a crescere la nuova ondata: con 314.835 nuovi casi in 24 ore, ieri toccato il record globale per un singolo Paese da inizio pandemia. Pire improvvisate per le cremazioni sul Gange e furgoni con le bombole sotto scorta per il timore di saccheggi.

New Delhi (AsiaNews) – Morire su una barella aspettando per ore una bombola d'ossigeno. Mentre fuori dagli ospedali stracolmi le famiglie implorano un letto per un proprio caro colpito dal Covid-19. Sono strazianti le cronache che continuano a giungere dall'India, in ginocchio per la nuova ondata della pandemia che non accenna a rallentare.

Nella catena ininterrotta di tristi record che si susseguono da inizio pandemia, ieri New Delhi ne ha fatto registrare uno globale: con 314.835 nuovi casi l'India è diventato il Paese con il maggior numero di persone contagiate in un solo giorno. Nemmeno nell'ondata di gennaio negli Stati Uniti era stata raggiunta questa cifra. Anche il dato sulle morti resta stabile sopra le 2mila vittime al giorno, con il numero complessivo salito a quota 184.657. E questo mentre si moltiplicano le fonti che parlano di cifre comunque sottostimate, perché in molte città non vi sarebbe corrispondenza con i dati dei crematori.

Per esempio a Lucknow, nel popoloso Stato dell'Uttar Pradesh, alla famiglie viene dato un numero per l'attesa della consegna delle salme che può durare anche ore. Si arriva a pagare fino a 10 volte la tariffa consueta di un funerale. E in questa situazione sulle rive del Gange nei parchi e nelle piazzole stanno spuntando pire improvvisate per le cremazioni. Lo Stato del Karnataka l'ha addirittura autorizzato nei terreni di famiglia.

Tra le cause di questa ecatombe vengono indicati l'eccessivo ottimismo di appena due mesi fa, quando i casi quotidiani erano scesi a quota 10mila e molti ritenevano fosse stata raggiunta l'immunità di gregge, ma anche i grandi raduni religiosi come il Kumbh Mela e i comizi politici per le elezioni locali che avrebbero contribuito a propagare il virus.

Da una parte all'altra del Paese è soprattutto la mancanza di rifornimenti per l'ossigeno a preoccupare. Un vero e proprio paradosso se si pensa che l'India è il maggior produttore mondiale in questo settore e durante la pandemia ha abbondantemente rifornito gli altri Stati, con un incremento delle vendite anche del 700%. Proprio per questo oggi è polemica sulla mancanza di scorte per integrare la produzione, che attualmente - nonostante le rassicurazioni del governo Modi - non è in grado di rispondere a tutte le richieste.

A New Delhi gli ospedali denunciano ormai un'autonomia di poche ore per i propri impianti; diversi Stati hanno posto sotto scorta i furgoni con le bombole per il timore di saccheggi. A tutto questo in Maharashtra si è aggiunto ieri anche un incidente a una cisterna dell'ospedale di Nasikh che - interrompendo i rifornimenti - ha provocato da solo la morte di almeno 22 persone.

La Gran Bretagna ha deciso oggi di bloccare tutti i voli in arrivo dall'India. Anche perché nel Paese, già alcune settimane fa, sono state individuate due nuove varianti locali del virus e non è chiaro quanto questo stia incidendo nella crescita esponenziale dell'infezione a New Delhi. Nel frattempo la campagna vaccinale in India ha raggiunto quota 132 milioni di somministrazioni; in otto grandi Stati del Paese il 10% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Il premier Modi ha annunciato per il primo maggio l'avvio della terza fase della campagna, con l'apertura alle registrazioni per tutti i cittadini di età superiore a 18 anni. Restano, però, le preoccupazioni sul reperimento delle dosi necessarie: il governo federale - che le acquista dai produttori indiani a prezzo calmierato - si è riservato di garantirle gratuitamente solo a quanti hanno più di 45 anni. Per tutti gli altri dovranno essere i singoli Stati indiani a provvedere negoziando i contratti a un prezzo maggiore. Il timore è che questa scelta possa aprire la strada a speculazioni ai danni soprattutto delle fasce più povere della popolazione.

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