Covid-19, riapre la Natività a Betlemme. Meno restrizioni in Iran e Arabia saudita
I capi cristiani annunciano a partire da oggi il via libera agli ingressi, per un massimo di 50 persone. Fondamentale il rispetto del distanziamento e l’obbligo di indossare i mezzi di protezione personale. Nella Repubblica islamica riaprono moschee e santuari sciiti. Allentamenti graduali anche per i sauditi, che fissano al 21 giugno la fine del lockdown.
Gerusalemme (AsiaNews) - In seguito “all’evoluzione della situazione” in Terra Santa, i capi delle tre comunità cristiane annunciano la riapertura “a partire da oggi” della basilica della Natività a Betlemme chiusa da oltre due mesi a causa della pandemia di nuovo coronavirus. In una nota congiunta il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, il Custode di Terra Santa fra Francesco Patton e il patriarca armeno Nourhan Manougian sottolineano che “il luogo santo sarà di nuovo accessibile ai fedeli per le visite e per le preghiere”.
Per ragioni di sicurezza, prosegue il comunicato, e per scongiurare nuovi focolai di Covid-19 “in una prima fase gli accessi saranno limitati” a 50 persone alla volta e la basilica sarà accessibile solo a quanti non hanno febbre e non presentano sintomi influenzali. Vi è inoltre l’obbligo di indossare le misure di protezione personale, fra cui le mascherine, e mantenere una distanza di sicurezza di almeno due metri.
Proibito infine toccare o baciare pietre o simboli religiosi, oltre al personale che lavora all’interno.
In queste ore anche il governo palestinese ha disposto un allentamento generale delle misure restrittive in atto da due mesi in Cisgiordania e Gaza. Da oggi tornano operativi negozi e attività commerciali, mentre domani - al termine della festa di Eid al-Fitr - sarà la volta degli impiegati statali. La riapertura, come anticipato, coinvolgerà anche moschee, chiese, parchi pubblici e il trasporto. Via libera pure a caffè e ristoranti, con restrizioni che saranno illustrate nei prossimi giorni. L’invito generale delle autorità palestinesi è e resta quello della “cautela”.
Ieri anche in Iran si sono registrate riaperture di alcuni dei più importanti luoghi di culto, fra cui i principali santuari sciiti, in tutto il territorio nazionale. Al santuario di Shah Abdol-Azim i fedeli sono potuti entrare indossando le mascherine e passando attraverso un tunnel per la disinfezione; alcuni addetti rilevavano la temperatura agli ingressi.
La tv di Stato iraniana ha rilanciato le immagini di persone in lacrime, che correvano verso il santuario dell’imam Reza accessibile al pubblico. Il governo aveva disposto il blocco delle scuole, delle università e di tutte le attività non essenziali a marzo, dopo aver registrato le prime vittime da nuovo coronavirus a fine febbraio a Qom. Per molto tempo la Repubblica islamica è stata la nazione del Medio oriente con il maggior numero di casi.
In Arabia Saudita l’allentamento delle restrizioni dovrebbe partire dai prossimi giorni e svilupparsi in tre fasi, che culmineranno con la fine del coprifuoco - ad eccezione della Mecca, in cui resterà in vigore - a partire dal 21 giugno. Restano al contempo sospesi i pellegrinaggi dell’Hajj e della Umrah, in attesa di ulteriori disposizioni da parte delle autorità locali. Il primo passo sarà la riduzione, a partire dal 28 maggio, del coprifuoco che non sarà più di 24 ore, ma inizierà alle 3 del pomeriggio e si conclude alle 6 del mattino. Via libera agli spostamenti fra regioni e per alcune attività commerciali. Da domenica 30 maggio il coprifuoco inizierà alle 8 di sera e ripartiranno i voli interni. Accessibili ai fedeli anche i luoghi di culto, pur rispettando il distanziamento sociale e le misure di igiene personale.