Covid-19, i cittadini thai contrari alla riapertura del turismo estero
Secondo un sondaggio di Nida Poll quasi il 57% degli interpellati boccia lo “speciale visto turistico”. Timori per gli ingressi, tanto via aria che attraverso i valichi di frontiera. Poca fiducia anche nella capacità del governo di prevenire la diffusione del virus in caso di riapertura. Ma la Thailandia resta fra le nazioni meno colpite al mondo.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - La maggioranza dei cittadini thai è contrario a una riapertura del turismo internazionale, nel timore di una escalation di contagi di nuovo coronavirus che sinora il governo di Bangkok ha saputo limitare grazie a una politica di stretto controllo e quarantena. È quanto emerge da un sondaggio effettuato dal National Institute of Development Administration (Nida Poll) ai primi di ottobre, su un campione di quasi 1500 persone sparse per il Paese, tutte maggiorenni e con un grado diverso di istruzione e occupazione.
Il settore del turismo è uno dei più importanti nel quadro dell’economia nazionale e, come nel resto del mondo, è stato fra i più colpiti dalla pandemia di Covid-19, con perdite miliardarie e quasi 2,5 milioni di posti di lavoro in meno. A settembre le autorità avevano anticipato un piano per la riapertura agli stranieri dell’isola di Phuket, ma non è stato ancora attuato per il prevalere della prudenza sul tentativo di limitare i danni all’economia.
Il sondaggio elaborato da Nida Poll era incentrato sullo “speciale visto turistico”, un progetto che dovrebbe partire domani 8 ottobre e consentire le permanenze a lungo termine degli stranieri dopo un periodo di quarantena di 14 giorni. Quasi il 57% degli interpellati si è detto contrario; di questi, il 40,21% è contrario per paura di una seconda ondata del virus, mentre il 16% circa sottolinea di non credere in toto alle misure preventive elaborate dal governo. Sull’altro versante, il 42,26% è favorevole al piano dell’esecutivo perché rivitalizza l’economia e il turismo, iniettando moneta nel sistema a patto che vengano osservate in modo rigoroso le disposizioni sanitarie.
Solo lo 0,76% degli interpellati ha risposto di non essere interessato o coinvolto dalla questione.
La seconda domanda verteva sulle vie di ingresso del virus legato al turismo e se fanno più paura gli arrivi via aria, via terra attraverso i checkpoint di confine o, sempre via terra, dai valichi di frontiera naturali. Il 50,23% ha risposto di temere tutte e tre le modalità di ingresso allo stesso modo; il 31,11% è più preoccupato per i valichi di frontiera naturali, il 10,54% per i voli. Solo il 4% ritiene che nessuno di questi costituisca una minaccia per la sicurezza della nazione.
Infine, alla domanda relativa alla fiducia nelle capacità del governo di prevenire la diffusione del coronavirus in caso di riapertura agli stranieri il 62,61% ha risposto con un secco “no”. Il 25% mantiene una “moderata fiducia” nelle autorità e l’11% ha una “grande fiducia” nelle capacità di prevenzione e tracciamento.
21/12/2020 08:55
28/05/2020 14:02