Corte suprema indiana: Anche Massimiliano Latorre resterà in Italia fino al termine dell’arbitrato
La decisione è stata presa pochi minuti fa. Al fuciliere di Marina, già in Italia per motivi di salute, sono state accordate le stesse condizioni di Salvatore Girone. Quest’ultimo è rientrato in Italia dopo quattro anni.
New Delhi (AsiaNews) – La Corte suprema indiana ha deciso che anche Massimiliano Latorre resterà in Italia fino al termine dell’arbitrato internazionale. Il fuciliere di Marina, imputato insieme a Salvatore Girone per il presunto omicidio di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, si trova già nel Paese natio per ragioni di salute. I giudici del Tribunale supremo hanno detto che “non vi sono motivi per negare lui le stesse condizioni già accordate a Girone”, rientrato in Italia dopo quattro anni di detenzione.
I giudici hanno accolto la richiesta dei legali di Latorre, che hanno sottolineato che il processo arbitrale potrebbe durare anche fino al 2020. La sentenza impone al marò italiano di rispettare condizioni ben precise: rimarrà sotto la giurisdizione della Corte suprema indiana; avrà l’obbligo di firma ogni primo mercoledì del mese; non potrà alterare le prove o influenzare i testimoni; il permesso verrà revocato nel caso in cui siano violate una delle precedenti tre condizioni.
Da anni il caso dei due marò contrappone i sistemi giudiziari di India e Italia, in quello che appare più che altro un braccio di ferro tra le due magistrature. Il caso è scoppiato il 15 febbraio 2012 quando i due fucilieri del Battaglione San Marco a bordo della petroliera italiana MV Enrica Lexie come guardie di sicurezza, avrebbero sparato contro due pescatori indiani, Valentine Jelastine e Ajesh Binki, scambiando il loro peschereccio per una barca di pirati.
Mentre per la politica il caso sembra ancora tutt’altro che chiuso, per le famiglie delle due vittime la vicenda è da tempo un capitolo chiuso. In occasione del recente rilascio di Girone, giustificato per “motivi umanitari”, Dora Jelastine, la vedova di un pescatore, ha dichiarato di “non avere nulla contro i marò. Non insisto che vengano condannati e puniti”.