Coronavirus: incerto il futuro per 1,7 milioni di stranieri a Singapore
Per la crisi, molti espatriati hanno perso il lavoro o hanno dovuto accettare tagli salariali. La città-Stato rischia di bruciare 200mila posti di lavoro: il 60% delle perdite riguarda lavoratori stranieri. Indennità di disoccupazione e sostegno ai redditi solo per cittadini singaporiani e residenti permanenti. Senza lavoro, i migranti a basso reddito non possono pagare i debiti contratti con i loro reclutatori.
Singapore (AsiaNews/Agenzie) – Il futuro è incerto per gli stranieri che vivono a Singapore. La crisi economica prodotta dal coronavirus li ha colpiti in modo duro. Alcuni hanno perso il lavoro; altri hanno dovuto accettare tagli salariali. Dato l’elevato costo della vita nella città-Stato, dove gli affitti sono costosissimi, molti di loro pensano di tornare nei propri Paesi d’origine.
Per gli effetti recessivi della pandemia, il governo si aspetta quest’anno una decrescita del Pil tra il 4 e il 7%. In termini di occupazione, Singapore rischia di bruciare 200mila posti di lavoro. La crisi dei mutui del 2008-2009 negli Stati Uniti ne aveva fatti perdere 40mila.
Citato dal South China Morning Post, l’economista Lee Ju Ye sostiene che il 60% degli impieghi che andranno persi riguarderà gli stranieri. Gli espatriati nella città-Stato di 5,7 milioni di abitanti sono 1,7 milioni; tra questi, un milione sono lavoratori migranti a basso reddito. Il Migration Policy Institute, un centro studi Usa, stima che gli stranieri costituscono il 38% della forza lavoro a Singapore: negli anni Settanta del secolo scorso erano solo il 3%.
Secondo gli analisti, nel fronteggiare la crisi economica il governo darà priorità alla tutela dei propri cittadini. Finora le autorità singaporiane hanno messo in campo misure di salvataggio pari a un quinto del Pil nazionale (circa 64 miliardi di euro). Esse comprendono indennità di disoccupazione e fondi a sostegno dei redditi decurtati, ma ne possono beneficiare solo cittadini e residenti permanenti.
I lavoratori migranti sono la fascia più a rischio in questo quadro di recessione. Nel Paese i contagiati dal Covid-19 sono 39.850; 25 i decessi. Il 90% delle infezioni è avvenuto nei dormitori che ospitano circa 300 mila espatriati a basso reddito, provenienti soprattutto da Bangladesh, Cina e India. All’inizio di giugno, il governo ha allentato le misure di confinamento sociale, ma molti migranti sono ancora rinchiusi nelle loro abitazioni per gli obblighi di quarantena. Senza lavoro, essi non possono pagare i debiti contratti per trasferirsi a Singapore. Secondo la Reuters, i lavoratori migranti devono pagare in media tra i 7mila e i 10mila dollari ai reclutatori nei loro Paesi di provenienza.
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