Coronavirus, le direttive della Chiesa per evitare contagi tra i fedeli
I vescovi di Filippine e Singapore consigliano la comunione distribuita sulle mani. La Conferenza episcopale filippina lancia un’Oratio Imperata per le vittime del virus. In Malaysia, chi ha sintomi simil-influenzali e non può partecipare alla messa, è incoraggiato a compiere un atto di comunione spirituale.
Manila (AsiaNews) – Preghiere, comunione distribuita sulle mani e igiene: nei giorni in cui il mondo è in apprensione per la crisi sanitaria causata dal virus “2019-nCoV”, la Chiesa cattolica del Sud-est asiatico adotta misure per evitare il contagio tra i fedeli.
Sebbene nelle Filippine non vi siano ancora casi confermati di polmonite, ieri la Conferenza episcopale (Cbcp) ha pubblicato alcune direttive. In una circolare inviata a tutte le diocesi del Paese, p. Marvin Mejia del Segretariato generale dichiara che “la comunione dev’essere distribuita sulla mano dei fedeli, per contribuire a prevenire ulteriori paure”. Il sacerdote aggiunge che sono scoraggiate anche altre forme di contatto tra i partecipanti alla messa, come tenersi le mani per la preghiera del Padre nostro o stringerle durante il “segno di pace”. La Cbcp esorta le parrocchie a cambiare regolarmente l'acqua santa all’ingresso delle chiese e installare “stoffa protettiva” sulle griglie dei confessionali. I vescovi filippini lanciano infine un’Oratio Imperata per le persone colpite dal virus e la prevenzione di un’epidemia globale. La preghiera sarà recitata nelle messe feriali e in quelle festive dopo la comunione, in ginocchio, a partire dal 2 febbraio – festa della Presentazione del Signore.
A Singapore, finora le autorità sanitarie hanno confermato 10 casi di contagio da coronavirus. L’arcidiocesi invita i fedeli ad essere “socialmente responsabili” e ad “adempiere alle disposizioni ed alle misure di controllo disposte dal governo”; in un avviso pubblicato sul proprio sito web, dichiara: “Salviette imbevute di alcool devono essere disponibili vicino agli ingressi di chiese e confessionali. La comunione dev’essere ricevuta solo a mano fino a nuovo avviso. La comunione al calice dev’essere sospesa. Niente acqua santa all'ingresso delle chiese, poiché questa potrebbe essere un veicolo per l'infezione”. La nota consiglia di rinviare a data destinarsi iniziative non essenziali per la vita della comunità, come programmi ed incontri nelle parrocchie e nelle associazioni cattoliche. Per quanto riguarda i corsi di catechismo, l’arcidiocesi afferma che insegnanti e studenti sono tenuti a misurarsi la temperatura prima di ogni lezione.
In Malaysia, al momento sono sette le persone che hanno contratto l’infezione. I tre vescovi della provincia ecclesiastica della Malaysia peninsulare hanno sottoscritto alcune raccomandazioni pastorali. Mons. Julian Leow (arcivescovo di Kuala Lumpur), mons. Sebastian Francis (vescovo di Penang) e mons. Bernard Paul (Melaka-Johor) dichiarano: “Persone che presentano sintomi simil-influenzali restino a casa ed evitino luoghi pubblici, comprese le chiese. Quanti non sono in grado di partecipare alla messa per questi motivi, sono incoraggiati a compiere un atto di comunione spirituale (offrire una preghiera a casa, accompagnata dal desiderio di essere in unione con il Signore)”. I vescovi chiedono ai fedeli di pregare per tutte le vittime dell'epidemia e per il personale medico incaricato di curarle. “La Chiesa locale – concludono – continuerà a monitorare con attenzione gli sviluppi della situazione; pubblicherà ulteriori aggiornamenti e linee guida, se e quando lo riterrà necessario. Invitiamo tutti i fedeli a mantenere la calma, a fidarsi degli annunci ufficiali e a seguire le precauzioni generali emanate dal ministero della Salute”.