Corea del Nord, "nuova speranza di pace" con la carità verso i malati di tbc
Seoul (AsiaNews) - Una "nuova speranza e una nuova vita" per i malati di tubercolosi della Corea del Nord che hanno risposto in maniera positiva ai trattamenti di una delle ultime Ong che ha il permesso di varcare il confine che divide in due la penisola. È l'augurio fatto da p. Gerard Hammond, missionario Maryknoll, ai pazienti seguiti dalla Eugene Bell Foundation che sono guariti e ora possono tornare a casa. Un augurio, spiega il sacerdote ad AsiaNews, "che è poi la ricetta per la pace e la riunificazione. Speriamo davvero che questi piccoli segni di speranza possano diventare semi per un grande futuro in tutta la Corea".
È la prima volta in assoluto, dopo decenni di visite al Nord, che il missionario americano ha ottenuto il permesso di parlare in pubblico con i pazienti: "E' stata una bellissima sorpresa e un onore, per me. Questo viaggio, che si è svolto dalla fine di aprile a metà maggio, ha portato con sé tante 'prime occasioni': ci hanno dato il permesso di visitare più centri per la lotta alla tbc, in nuove province. E per la prima volta dopo tanto tempo abbiamo registrato un aumento nel numero di malati che riescono a guarire".
Il p. Hammond lavora da circa 20 anni con la Corea del Nord. Superiore regionale dei missionari Maryknoll, ha compiuto più di 50 viaggi nel Paese: lo scorso anno ha ottenuto la cittadinanza sudcoreana, un onore rarissimo per un occidentale, proprio in considerazione del suo impegno umanitario e cattolico. Anche la Eugene Bell Foundation ha una lunga storia di aiuti al Nord. Nata nel 1995 per volontà di Stephen Linton, comprende una delegazione che due volte l'anno può visitare alcune zone della Corea del Nord. La consegna di medicinali e attrezzature mediche per debellare la tubercolosi è lo scopo delle visite.
Il Paese ha circa 22 milioni di abitanti, di cui la metà sotto la soglia della povertà. La tubercolosi, come spiega p. Hammond, "si propaga per via aerea e colpisce coloro che soffrono di malnutrizione o di generica debolezza organica. Stiamo cercando di fare il possibile per fermare il contagio, e in questo la nostra controparte [il governo di Pyongyang nda] è molto propositiva. Noi non nascondiamo la nostra identità, le richieste per i visti sono oneste e nella delegazione di quest'ultimo viaggio c'erano in tutto quattro sacerdoti". Fra questi, due missionari di Guadalupe e un sacerdote del Mep.
In quest'ultimo viaggio, racconta p. Hammond, "siamo stati in 12 Centri per malati di tubercolosi divisi in 4 province. Di queste, due non erano mai state aperte agli stranieri. In pratica siamo partiti dalla parte settentrionale del Paese, il confine cinese, e siamo arrivati al 38mo parallelo [la "linea di demarcazione" che divide la penisola dalla fine della guerra civile nda]. Abbiamo preso in cura 400 nuovi pazienti, per cui adesso seguiamo oltre mille malati. Di questi, il 48% risponde in maniera positiva alle cure e il 70% guarisce del tutto".
La Fondazione non dimentica il 30% che non ce la farà: "Speriamo presto di iniziare un programma di cure palliative per chi non risponde alle cure. Il governo non ci ha dato ancora una risposta, ma ogni viaggio che passa vedono che quanto facciamo è buono per la nazione e buono per loro, quindi sono ottimista. Alla fine di questa visita ho potuto parlare con il permesso del governo a chi è stato curato e ora può tornare a casa. Ho augurato loro una nuova vita e nuova speranza. Da parte loro, i pazienti sono sempre molto grati. Ritengo che quanto facciamo sia utile anche per la pace nella penisola, perché loro e le loro famiglie non dimenticheranno chi li ha aiutati".
A questo proposito, la visita di Francesco in Corea prevista per agosto potrà fare molto: "La Chiesa e i fedeli coreani lo aspettano con ansia. Dopo ogni messa recitiamo una preghiera speciale per la buona riuscita del suo viaggio. So che il Papa è in grado di portare la pace, in Corea e nel mondo. Io lo aspetto con gioia".
24/01/2019 12:27
24/01/2018 12:38