Corea del Nord, l'epurazione di Jang "è un messaggio chiaro: a Kim non serve un n°2"
Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Il governo della Corea del Nord ha confermato due giorni fa che il potentissimo zio del giovane leader Kim Jong-un è stato rimosso dal potere. La televisione di Stato ha mostrato le umilianti immagini di Jang Song-taek mentre viene trascinato via dalla sua poltrona da ufficiali in uniforme durante un incontro a Pyongyang. E la Korean Central News Agency (Kcna), agenzia di stampa ufficiale del regime, ha accusato Jang di assumere droga e sperperare denaro nei casinò frequentati mentre era all'estero per delle cure mediche.
L'agenzia aggiunge che egli ha avuto "relazioni improprie con diverse donne, ha mangiato e bevuto vino nelle sale private di ristoranti di lusso". Per la Kcna, la decisione di espellerlo è stata presa nel corso di un incontro ad alto livello del Partito dei lavoratori al potere, cui era presente anche Kim, che si è svolto lo scorso 8 dicembre. La purga "verrà estesa anche ai sostenitori di Jang", ma questa affermazione è rimasta senza ulteriori dettagli.
Jang è sposato con la zia di Kim, Kim Kyong-hui, sorella minore dell'ex leader Kim Jong-il. Jang è cresciuto nei ranghi militari e politici a fianco del nipote: si è visto spesso con l'uniforme bianca dei generali mentre accompagnava Kim nelle visite ai militari sul campo e agli eventi di Stato. Secondo i media sudcoreani che hanno accesso alla televisione del Nord, le immagini - video e foto - che lo ritraevano con il leader sono state ritoccate dalla propaganda per farlo sparire (v. immagini in questa pagina).
Yang Moo-jin, professore di Studi nordcoreani all'Università di Seoul sostiene che questa mossa potrebbe scatenare una serie di epurazioni nei confronti dei sostenitori di Jang: "Si scatenerà una tempesta di purghe in tutto il Paese... in questo modo Kim Jong-un diverrà il solo e unico centro del potere, senza alcun avversario". D'altra parte, il giovane dittatore ha già ordinato la rimozione di diversi alti dirigenti, anche se non del livello di Jang: lo scorso anno è toccato a Ri Yong-ho, capo delle Forze armate, rimosso per non specificati "problemi di salute".
Jang ha sempre avuto legami molto stretti con la Cina, arrivando lo scorso anno a visitare Pechino come "inviato speciale" del nipote. È stato anche il referente per parte nordcoreana del progetto congiunto sino-coreano di aprire una "Zona economica speciale" nel Paese. Hong Lei, portavoce del ministero cinese degli Esteri, si è limitato a commentare la notizia come "affari interni" del Paese vicino.
Cui Zhiying, direttore del Centro di ricerca sulla penisola coreana presso l'Università Tongji, ritiene che la purga contro Jang sia un segnale di consolidamento per Kim: "Queste rimozioni di altro livello sono davvero inusuali. Sarebbero potute avvenire nella Cina della Rivoluzione culturale, ma non ora". Anche gli analisti coreani sono d'accordo. Per Paik Han-soon, ricercatore presso l'Istituto Sejong, "Jong-un ha costruito una solida base per il potere e non ha più bisogno di un reggente, che stava divenendo troppo potente e quindi una minaccia". Per Yang Moo-jin, professore di Studi nordcoreani all'Università di Seoul, "il messaggio consegnato oggi è chiaro. Nessuno è al sicuro nel Paese: la Corea del Nord non ha e non permetterà mai che ci sia un 'numero 2' del leader".