Corea, una chiesa in memoria delle vittime del Sewol
Seoul (AsiaNews) - "Mamma, diventerò sicuramente un sacerdote!". Emanuele Park Seongho, 17 anni, non aveva dubbi: voleva entrare in seminario e divenire un pastore di anime in Corea del Sud. Il suo sogno si è infranto contro una terribile tragedia: il naufragio del traghetto Sewol in cui hanno perso la vita 304 persone. Circa 200 giorni dopo la sua morte, è nata una piccola chiesa che porta il suo nome: per i genitori, è il coronamento del sogno del figlio defunto.
La costruzione è stata possibile anche grazie all'aiuto di Jang Young-sung, presidente dell'Associazione che riunisce i familiari delle vittime del naufragio. Per non dimenticare, Jang e il suo gruppo hanno deciso di costruire 304 "piccole case" - ognuna con il nome di uno dei morti - da donare poi ai bisognosi. Ma la prima costruzione è stata destinata a essere la casa di Dio, una chiesa, nella zona di Seoul.
L'inizio del progetto non è stato facile: il costo dei materiali, la manodopera, il terreno erano tutti problemi che sembravano irrisolvibili. Per questo Jang ha deciso di spiegare il progetto su Facebook, e da lì si è scatenata una gara di solidarietà: carpentieri, volontari, elettricisti da tutta la Corea hanno offerto denaro o forza lavoro gratuite per costruire la chiesa. La "Seongho" è molto piccola, circa 14 metri quadrati, ma molto bella: all'interno vi sono una croce, una statua della Madonna e un piccolo vetro colorato.
La benedizione della chiesa è stata celebrata da don Im Jinkyo, parroco della zona, insieme a circa 30 tra sacerdoti e religiosi. Durante l'omelia, don Im ha detto: "Questa chiesa è un luogo di preghiera ma anche un posto dove ricordare il sogno di Seongho. Attraverso questo luogo di culto la gente non dimentichi quello che è successo al Sewol e, seguendo l'insegnamento del Papa, sia solidale con le famiglie che hanno perso un proprio caro".
23/03/2017 09:00