Corea, il cadavere ritrovato "non è del proprietario del Sewol"
Seoul (AsiaNews) - Un nuovo mistero avvolge la morte di Yoo Byung-eun, il proprietario del traghetto affondato Sewol ritrovato morto dalle autorità il 12 giugno ma identificato soltanto il 20 luglio. L'industriale, 73 anni, è divenuto il fuggitivo più ricercato del Paese dopo la tragedia che ha coinvolto la sua nave, in cui sono morte più di 300 persone. Secondo alcuni parlamentari della Nuova alleanza politica per la democrazia (Napd, all'opposizione), il corpo rinvenuto non sarebbe infatti quello di Yoo.
Una delegazione della Napd ha visitato ieri il laboratorio forense dove si sono svolte l'autopsia e il riconoscimento del corpo. Park Beom-kye, portavoce del gruppo, spiega: "Un funzionario di polizia presente al momento dell'identificazione del cadavere mi ha detto che, giudicando dall'aspetto, era certo che non fosse Yoo. Inoltre l'industriale era alto 159 centimetri, mentre il corpo ritrovato arriva soltanto a 150. Infine ci sono seri dubbi sulle impronte digitali: come è possibile che la mano destra sia stata definita 'troppo deteriorata' in giugno e poi sia divenuta utile in luglio?".
La discrepanza temporale si spiega con il fatto che, secondo gli inquirenti, il corpo è stato ritrovato il 12 giugno, più di un mese prima dell'identificazione. In un primo momento i funzionari coinvolti avevano dichiarato che i tessuti erano scaduti e inutilizzabili per identificare il cadavere, salvo poi dichiarare (il 20 luglio) che erano state prese le impronte digitali dalla mano destra. Secondo il deputato Park Jie-won, che cita 5 residenti dell'area coinvolta dalle indagini, il corpo sarebbe stato ritrovato addirittura prima dell'affondamento del Sewol (avvenuto il 16 aprile) e poi usato per chiudere le indagini su Yoo.
A questi sospetti hanno risposto alcuni esperti del campo. Pyo Chang-won, noto criminologo, spiega: "Il dna prelevato mostra come il corpo ritrovato e il fratello di Yoo Byung-eun ora in carcere sono nati dalla stessa madre. Le impronte sono quelle sulla sua carta d'identità, e in bocca aveva 10 denti d'oro. Se non è il corpo del ricercato, è un suo clone". Per il professor Yoo Seong-ho, docente di medicina forense all'Università nazionale di Seoul, la questione dell'impronta "riapparsa" si spiega con le condizioni in cui il cadavere è stato ritrovato: "Se un corpo inizialmente umido si asciuga, allora le impronte possono riapparire".
In ogni caso, la questione ha diviso ancora di più la società civile coreana. Secondo un sondaggio nazionale, il 57% dei cittadini "non si fida dei risultati e dei proclami" delle autorità riguardo il caso. Gli stessi esperti criticano il comportamento delle agenzie governative. Secondo il prof. Yoo "gli agenti di polizia hanno creato da soli il caso delle impronte digitali: prima hanno provato a prenderle e poi, quando non ci sono riusciti subito, hanno lasciato perdere. La loro incompetenza e le incomprensioni legittime dell'opinione pubblica si sono accoppiate".
Per Pyo, la questione è ancora più ampia: "Invece di impegnarsi per scoprire la verità, spesso le agenzie di governo cercano di coprire gli errori e le malefatte di coloro che sono al potere. In moltissimi casi il pubblico ha buone ragioni per essere sospettoso, perché gli investigatori molte volte agiscono solo per difendere le autorità. E questo ha prodotto una perdita di fiducia riguardo quello che lo Stato dice ai suoi abitanti".
23/03/2017 09:00