Controversia “Allah”, vescovo di Kuala Lumpur: con p. Lawrence nella lotta per la libertà religiosa
Kuala Lumpur (AsiaNews) - "Sono terribilmente addolorato e dispiaciuto per i fatti occorsi negli ultimi tempi, caratterizzati dall'uso di parole offensive e dal rogo di alcune immagini che ritraggono p. Lawrence Andrew". Si tratta di gesti che "equivalgono a un attacco complessivo contro l'intera comunità cristiana". È quanto afferma l'arcivescovo emerito di Kuala Lumpur mons. Murphy Pakiam, in una lettera pastorale inviata a tutte le parrocchie della diocesi e letta ieri in ogni chiesa, al termine della funzione domenicale. Il prelato ripercorre gli attacchi di queste ultime settimane contro il direttore di Herald Malaysia, oggetto anche di minacce di morte, nel contesto della controversia sull'uso della parola "Allah" per identificare il Dio cristiano che si trascina da anni nelle aule di tribunale e nel Paese. Negli ultimi tempi scontri e divisioni si sono acuite; il sequestro (illegale) di centinaia di copie della Bibbia a Selangor e la dura risposta del sacerdote hanno inasprito ancor più il contrasto, in una battaglia per la libertà religiosa sempre più a rischio nella nazione asiatica a maggioranza islamica.
La Chiesa cattolica malaysiana è da sempre "in prima fila" nella lotta "per la pace e la giustizia", sottolinea l'arcivescovo emerito e attuale amministratore diocesano in attesa della nomina del successore. "Ci siamo sempre mossi entro i limiti - aggiunge - come stabilito nei termini della Costituzione Federale, che sancisce la libertà di culto senza interferenze, né intimidazioni". Il prelato è "dispiaciuto e addolorato" per le ultime vicende e per l'attacco personale ai danni di p. Lawrence, perpetrato anche mediante dimostrazioni di piazza e manifestazioni pubbliche. Questi gesti, sottolinea, sono fonte di "disagio, ansia e ira" fra la popolazione cristiana.
Mons. Pakiam critica inoltre il sostegno di una certa classe politica agli attacchi contro il direttore di Herald Malaysia e il silenzio colpevole di molti altri, che contribuisce solo a "gettare benzina sul fuoco" e diffondere la tensione in modo incontrollato. "Non possiamo accettare o tollerare - chiarisce il prelato - gruppi che fomentino divisioni, discordie e disarmonia nella società". Egli lancia un appello ai fedeli, invitandoli a "essere forti" e a "professare la nostra fede con coraggio e determinazione". "Stiamo vicini a p. Lawrence - conclude l'arcivescovo - e a quanti sono coinvolti in questa nobile causa".
Il 7 gennaio scorso il direttore di Herald Malaysia è stato interrogato per due ore dalla polizia di Selangor; al centro del colloquio, le dichiarazioni rilasciate dal sacerdote secondo cui organismi e istituti islamici non hanno diritti né giurisdizione verso enti e associazioni cristiane. Da questo deriva il fatto che il raid compiuto contro la sede della Bible Society of Malaysia (Bms) di Selangor e il sequestro delle Bibbie, come sottolineato ad AsiaNews, è un atto "profondamente sbagliato" e "illecito".
P. Lawrence ha inoltre aggiunto che le chiese della regione continueranno a usare il nome "Allah" per definire il Dio cristiano nelle funzioni domenicali, poiché il bando all'uso vale solo per il settimanale cattolico. Il sacerdote è finito sotto inchiesta con l'accusa di "sedizione" e l'ufficio del procuratore generale sta valutando in questi giorni se intende procedere nei suoi confronti, rinviandolo a giudizio.
Il blitz degli islamisti nei locali della società cristiana si inserisce nella diatriba in atto da tempo sull'uso della parola "Allah" per i non musulmani, divampata in seguito allo scontro - giunto fino alle aule del tribunale - fra il direttore del settimanale cattolico Herald e il governo. Nell'ottobre scorso una sentenza della Corte di appello ha di fatto negato al settimanale cattolico diretto da p. Lawrence di usare la parola "Allah" per definire il Dio cristiano; il sacerdote ha fatto richiesta di appello contro la sentenza. In Malaysia, nazione di oltre 28 milioni di abitanti in larga maggioranza musulmani (60%), i cristiani sono la terza confessione religiosa (dietro ai buddisti) con un numero di fedeli superiore ai 2,6 milioni; la pubblicazione di un dizionario latino-malese vecchio di 400 anni dimostra come, sin dall'inizio, il termine "Allah" era usato per definire Dio nella Bibbia in lingua locale.
09/07/2014