Contro lo smog che distrugge la Cina "persino Mao ha messo la mascherina"
Pechino (AsiaNews) - La coltre di inquinamento che ha coperto la Cina in questi giorni ha raggiunto un'estensione pari a un quarto dell'intero Paese, provocando danni "di enorme gravità" alla salute dei cittadini e all'agricoltura nazionale. Per rispondere all'emergenza, alcuni utenti di internet hanno scelto l'arma dell'ironia: l'immagine del celebre ritratto di Mao Zedong che campeggia in piazza Tiananmen - ma con gli occhi socchiusi e una mascherina sulla bocca (v. foto) - è divenuta virale sui social network nazionali. Altri cittadini hanno annunciato "con gioia" che il governo ha risolto il problema: "Pechino ha concesso tre giorni liberi dallo smog. Sono il 29, il 30 e il 31 di febbraio".
Ieri a Pechino il livello di particolato (polveri sottili inquinanti presenti nell'aria) registrato dall'ambasciata americana era di 457. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità i valori normali dovrebbero essere attorno a 50, e la rivista scientifica Lancet ha stabilito che ogni anno in Cina vi sono 1,2 milioni di morti premature a causa dell'inquinamento atmosferico. Per cercare di rafforzare il morale della popolazione, il presidente Xi Jinping ha visitato ieri un popolare quartiere di Pechino senza mascherina anti-smog.
La Rete ha reagito anche qui con ironia: "Un mio amico ha avuto la fortuna di incrociare il presidente Xi e il sindaco di Pechino - scrive un utente online - e quindi vi allego la foto". Nell'immagine c'è solo una coltre grigia. Non si salvano neanche i formali diktat politici del governo. Citando una recente affermazione del presidente - "rendete i valori centrali del socialismo pervasivi come l'aria" - diversi cittadini hanno chiesto: "Devono essere altrettanto tossici?".
Tuttavia, nonostante questi scherzi la situazione è giudicata "serissima": l'aumento dilagante dell'inquinamento mette a serio rischio anche l'agricoltura nazionale, e di conseguenza le risorse alimentari. He Dongxia, professore associato di Risorse idriche e ingegneria civile presso l'Università cinese dell'Agricoltura, ha condotto un esperimento nella capitale che dimostra come il processo di fotosintesi - che permette alle piante di crescere e maturare - abbia subito sul territorio nazionale "un drastico rallentamento". Secondo il docente questo rallentamento colpisce l'intero settore agricolo, che rappresenta il 10 % del Prodotto interno lordo. I danni peggiori si verificano in inverno e primavera, quando i prezzi dei prodotti agricoli tendono a salire.
Sperimentando l'effetto dell'inquinamento su piante di pomodori e peperoncino, il professor He ha dimostrato come il normale processo di maturazione di questi vegetali (intorno ai 20 giorni) si è allungato fino a più di due mesi. A causare questo fenomeno "sono le membrane e gli agenti inquinanti, che si posano sulla superficie delle piante e riducono in maniera drastica l'assorbimento di luce solare necessario per il loro processo naturale".
Lavorando in una serra di Pechino - esposta al clima abituale della capitale - il docente ha notato come la maggior parte delle piante "diventa malata o debole. Sarebbero fortunate anche solo a sopravvivere, non parliamo di produrre frutta o verdura. Se lo smog persiste o peggiora, le risorse alimentari della nazione subiranno conseguenze devastanti. L'emergenza riguarda tutta la Cina: moltissimi rappresentanti di compagnie agricole si sono presentati all'improvviso ai nostri incontri, perché cercano in modo disperato una soluzione al problema".
05/02/2015
06/03/2019 08:59
11/12/2019 08:48
21/02/2018 11:15