Contro il nonnismo in caserma, Taipei rivede il sistema militare
Taipei (AsiaNews) - Otto mesi dopo la tragica morte del 24enne militare di leva Hung Chung-chiu (洪仲丘), avvenuta il 4 luglio 2013 a causa dell'eccessiva durezza di due giorni di punizione proprio nell'ultima settimana del suo servizio di leva, il governo di Taipei sembra aver fatto passi concreti per rispondere alle violente e allargate proteste della popolazione contro i casi di nonnismo in ambito militare.
Il dibattito si è riacceso la scorsa settimana, quando il tribunale civile di Taoyuan (e non più un tribunale militare) ha comunicato la pena per i responsabili della morte del giovane soldato di leva. Per tredici dei diciotto ufficiali e sottufficiali indagati la condanna varia dai tre agli otto mesi, mentre per gli altri cinque c'è stata l'assoluzione totale. Molti esperti e addetti nel settore hanno fatto rilevare che le sanzioni del tribunale civile sono risultate molto più leggere di quelle che avrebbe emesso un qualsiasi tribunale militare.
La famiglia di Hung Chung-chiu ha tenuto una conferenza stampa (v. foto) e ha annunciato l'intenzione di andare in appello e proseguire così la battaglia per avere giustizia dopo la morte del ragazzo.
La pressione dell'opinione pubblica ha costretto però il governo a iniziare un processo di rinnovamento che si articola in diversi punti. Anzitutto la revisione accurata dei casi venuti alla luce negli ultimi 20 anni: il periodo di revisione è stato molto allungato rispetto al programma originale (che prevedeva cinque anni) per permettere una maggior trasparenza con l'analisi accurata dei casi venuti alla luce e di quelli ancora sconosciuti.
In secondo luogo si è passati dalla giustizia militare alla giustizia civile. Se un crimine viene commesso durante un tempo di pace, riguarda i diritti della persona salvaguardati dal codice penale civile. Questo cambiamento è avvenuto tramite un emendamento nel Codice di Procedura della Corte Marziale (軍事審判法) e una revisione generale delle procedure disciplinari, disposta dal ministero della Difesa, nel caso di punizioni a cui militari di leva possono essere sottoposti. Col miglioramento delle strutture in cui i militari di leva subiscono correzioni e il controllo dettagliato del fatto che non avvengano punizioni fine a se stesse ma finalizzate al miglioramento della disciplina militare, il ministero ritiene che casi di abuso siano ora pressoché impossibili o immediatamente individuabili e punibili.
Questi cambiamenti non sono stati accolti dal favore generale: una parte dell'opinione pubblica e del Parlamento ha fatto presente che se le punizioni sono costituite solo da lezioni teoriche e accompagnamento psicologico, chi viene punito si ritrova con un programma quotidiano molto più leggero di quello dei compagni di leva. Inoltre la Commissione di revisione dei casi di abuso è ritenuta troppo vicina al governo. Senza una maggiore indipendenza, dice l'Associazione per la promozione dei diritti umani in ambito militare (軍中人權促進會), "si rischia di tornare poco per volta alla situazione originale".
25/05/2020 12:04