Continua l’offensiva turca contro “terroristi” e kurdi
Ieri sono stati uccise almeno 25 persone. Secondo la Turchia essi erano tutti “militanti kurdi” e “terroristi”. Sempre più distanti le posizioni di Ankara e Washington.
Damasco (Asianews/Agenzie) – Almeno 25 persone sono state uccise in raid aerei turchi ieri nella zona controllata dai kurdi siriani, vicino alla città di Jarabulus. Secondo fonti militari turche gli uccisi sono tutti militanti curdi.
Altre fonti parlano di almeno 35 civili e quattro militanti uccisi dai raid delle forze turche nella stessa area.
Gli attacchi giungono al quinto giorno dell’operazione militare di Ankara chiamata “Scudo dell’Eufrate”, per combattere i militanti dello Stato islamico (SI) e le milizie kurde in Siria del Partito dell’unione democratica (PYD), che il presidente Recep Tayyep Erdogan assimila a “terroristi”.
Parlando ieri a Gaziantep – dove la scorsa settimana lo SI ha ucciso 54 persone durante un banchetto di nozze – il presidente turco ha dichiarato che “le operazioni contro le organizzazioni terroriste continueranno fino alla fine”.
L’operazione turca, che ha portato finora all’occupazione di almeno nove villaggi, strappati all’SI e ai kurdi, mira più a prevenire l’occupazione di territorio da parte dei curdi siriani lungo il confine con la Turchia.
In questo modo la Turchia sembra separarsi sempre più dall’alleanza con gli Stati Uniti, che sostengono le popolazioni kurde in Siria e con esse combattono lo SI. Il timore di Ankara è che una forte presenza di kurdi nel territorio al confine, potrebbe accrescere il potere del Pkk, il Partito kurdo dei lavoratori, accusato di operazioni terroriste, e far crescere il desiderio di autonomia alla popolazione kurda che vive in Turchia.