Conti delle Missionarie della Carità, scontro politico in India
Un tweet di Mamata Banerjee, capo del governo locale del West Bengal, denunciava il blocco dei conti correnti delle suore dicendosi "sotto shock" per le conseguenze sui poveri. Il ministero degli Interni indiano precisa: problemi nel rinnovo dei permessi ai sensi del Foreign Contribution Regulation Act, ma resta valida la licenza fino al 31 dicembre. Le Missionarie della Carità: abbiamo chiesto noi di sospenderne l'uso in attesa di chiarimenti.
Calcutta (AsiaNews) - I conti bancari delle Missionarie della Carità, le suore di Madre Teresa di Calcutta, sono al centro di uno scontro politico oggi in India. In mattinata con un tweet il capo del governo locale del West Bengal, Mamata Banerjee, aveva diffuso la notizia secondo cui i conti delle religiose sarebbero stati bloccati da agenzie governative indiane proprio nel giorno di Natale. La politica - considerata oggi una delle più autorevoli antagoniste del premier nazionalista indù Narendra Modi - si era dichiarata sotto shock per l’accaduto, stigmatizzando il fatto che i 22mila poveri assistiti dalle suore potessero rimanere così senza assistenza.
Solo in serata il ministero degli Interni indiano ha diffuso una nota chiarendo i termini della vicenda. A essere stata respinta il 25 dicembre è stata l'istanza per il rinnovo della registrazione ai sensi del Foreign Contribution Regulation Act, la legge che regola la possibilità di ricevere contributi dall'estero, che dopo alcuni emendamenti restrittivi introdotti nel 2020 dal governo Modi sta creando difficoltà a molte organizzazioni internazionali che operano in India. Il ministero precisa che non c'è stato, però, alcun congelamento dei conti: sono state riscontrate non meglio precisate carenze nei requisti della nuova domanda, ma la precedente autorizzazione resta valida fino al 31 dicembre 2021. Sono state le Missionarie della Carità a chiedere cautelativamente di fermare i conti bancari in attesa di risolvere la questione.
Resta comunque il dato delle difficoltà crescenti per le organizzazioni cattoliche a operare in un clima generale in cui le attività caritative vengono additate dai nazionalisti indù come un pretesto per operare "conversioni". Il caos sui conti bancari segue infatti l’inchiesta avviata appena tre settimane fa nel Gujarat contro un orfanotrofio gestito dalle Missionarie della Carità, in seguito a un’ispezione del Comitato per la difesa dell’infanzia. L'accusa rivolta in quel caso era di costringere a "convertirsi" le bambine accolte nella struttura, circostanza del tutto negata dalle suore di Madre Teresa.