06/10/2021, 12.54
INDIA
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Contadini uccisi nelle proteste, figlio di un politico del Bjp sul suv che li ha travolti (VIDEO)

Gli inquirenti indagano sugli scontri di domenica che hanno portato alla morte di 9 persone in Uttar Pradesh. Sul convoglio federale che ha investito il corteo degli agricoltori viaggiava il figlio del vice-ministro degli Interni. Associazione rurale cattolica: "Repressione inaccettabile da parte del governo"

Delhi (AsiaNews) - Non si placano le proteste nel distretto di Lakhimpur Kheri, nello stato dello Uttar Pradesh (Nord dell’India) dopo che domenica un convoglio di auto del ministero federale, a bordo delle quali viaggiava anche Ashish Mishra, figlio del vice-ministro degli interni indiano, Ajay Mishra, ha travolto e investito i contadini in protesta provocando violenti scontri tra agricoltori e sostenitori del BJP (partito nazionalista indù al governo). In nove persone sono morte; quattro di queste rimaste schiacciate dal passaggio dei suv governativi. Secondo i testimoni, su una delle auto in fuga che hanno falciato i contadini era seduto al posto del passeggero Ashish Mishra.

Da giorni in India si sta cercando di ricostruire la dinamica dell’incidente e dei disordini. Sono state avanzate accuse di “violenza premeditata” e “cospirazione ben pianificata” come sostengono diversi testimoni presenti che hanno accusato il figlio di Mishra di essersi recato sul posto accompagnato da 15-20 uomini armati con l’intento specifico di creare disordine. Sul web sono anche comparsi video che proverebbero della violenza degli scontri e della corsa incontrollata dei suv federali contro il corteo dei manifestanti.

Intanto, Prashant Kumar, direttore generale aggiunto della polizia per la legge e l'ordine in Uttar Pradesh, ha dichiarato di aver registrato due denunce sulle violenze. Una di queste è proprio contro Ashis Mishra. Nel FIR (First Information Report) iniziale depositato nei giorni scorsi il figlio del ministro viene accusato di omicidio e morte procurata per negligenza.

Le proteste dei contadini, in risposta alla riforma agraria approvata nel settembre 2020, vanno avanti da quasi un anno con continui scioperi e occupazione di linee ferroviarie e autostrade. La riforma, attualmente sospesa dalla Corte Suprema, ha come obiettivo quello di liberalizzare il mercato agricolo, consentendo ai produttori di vendere i propri prodotti a qualsiasi acquirente e ad ogni prezzo; in questo modo, il mercato non sarebbe più regolamentato e controllato a livello statale, sfavorendo i piccoli proprietari di appezzamenti e facilitando le vendite alle grandi aziende.

In queste ore, anche i movimenti degli agricoltori cattolici indiani hanno espresso solidarietà alle proteste dei contadini nello Uttar Pradesh. "Condanniamo fermamente il modo brutale con cui il governo continua a reprimere gli agricoltori in protesta", ha dichiarato Joy Kannanchira, presidente del movimento "We Farm" del Kerala. “Il governo ha promesso tutto alle grosse aziende – ha proseguito - come pretendono che ora i piccoli agricoltori tornino a fidarsi dei leader politici? Questa lotta non è solo per la sopravvivenza dei contadini, ma per la sopravvivenza di tutta l’India”.

 

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