Consiglio dei Guardiani: L’elezione di Ahmadinejad la più “pulita” dell’Iran
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – La vittoria di Ahmadinejad alle elezioni del 12 giugno scorso è “la più pulita” nella storia del regime islamico. Lo ha dichiarato il Comnsiglio dei Guardiani, l’organismo che doveva verificare l’esistenza di brogli, la cui denuncia ha generato manifestazioni imponenti della popolazione, mai viste in 30 anni di Repubblica islamica.
Abbasali Kadkhodai, portavoce del Consiglio, ha dichiarato che “Possiamo dire con certezza che non vi è stata alcuna frode”. Il principale rivale di Ahmadinejad, Mir Hossein Moussavi e l’altro candidato Mhedi Kharroubi chiedono invece l’annullamento delle elezioni e avevano già presentato oltre 600 casi di brogli.
Kadkhodai ha detto che “le ultime elezioni sono state le più pulite” di tutte le elezioni presidenziali. “Al di là di alcune minori irregolarità.. non vi sono grosse irregolarità”.
Con la dichiarazione di oggi si chiude in apparenza la crisi apertasi all’indomani delle votazioni, quando, ancora prima del ministero degli interni e prima che terminasse lo scrutinio, lo stesso grande ayatollah Khamenei aveva dichiarato vincitore Mahmoud Ahmadinejad con il 63 % dei voti.
L’opposizione riformista e i nemici del presidente uscente avevano giocato tutto sulla partecipazione al voto per fermare un nuovo mandato di Ahmadinejad che secondo loro ha impoverito l’Iran e continua a creare tensioni con la comunità internazionale. Per oltre una settimana vi sono state manifestazioni di centinaia di migliaia di persone che domandavano “Dov’è il mio voto?”, suggerendo che vi sono stati brogli e chiedevano maggiore libertà e modernità.
La repressione è stata violentissima. Le cifre ufficiali parlano di 17 morti e centinaia di feriti, ma tutti temono che le vittime siano molto di più. I media stranieri sono controllati, molti giornalisti iraniani sono stati arrestati ed è in atto una serie di violenze ed arresti a politici, attivisti e accademici per annientare l’opposizione.
Moussavi, divenuto il simbolo di questa opposizione, dal suo sito afferma di essere sottoposto a “pressioni” che vogliono fargli ritirare la richiesta di annullare le elezioni. Egli dice che il suo rapporto con la popolazione – da giorni egli spinge alle manifestazioni, ma lui stesso è assente – “è completamente limitato dalle autorità”, facendo sospettare che forse è agli arresti domiciliari. Nonostante ciò egli è fiducioso che “nulla potrà impedire [al popolo] di ottenere i propri diritti”.
Secondo esperti è molto difficile prevedere cosa l’opposizione potrà fare adesso, visto lo spiegamento di forze di controllo e la repressione in atto. Quel che è certo è che le manifestazioni dei giorni scorsi hanno aperto una ferita interna al sistema islamico iraniano, anche se Ahmadinejad e Khamenei continuano ad accusare occidente, Gran Bretagna e Stati Uniti di essere all’origine delle dimostrazioni.