Confermati 10 anni di carcere all’attivista cattolica. Ha denunciato il disastro Formosa
Nguyen Ngoc Nhu Quynh colpevole di “propaganda contro lo Stato” per le critiche nella gestione dell’emergenza. Uno dei legali della donna privato della licenza prima dell’udienza. La madre non ha potuto assistere al dibattimento in aula. Allarme di attivisti e ong: Hanoi aumenta la repressione.
Hanoi (AsiaNews) - Un tribunale vietnamita ha confermato ieri in appello la condanna a 10 anni di prigione nei confronti della 38enne blogger cattolica Nguyen Ngoc Nhu Quynh, meglio nota come “Mother Mushroom” [Mẹ Nấm, in vietnamita]. La donna era già stata riconosciuta colpevole in primo grado di “propaganda contro lo Stato”, nel contesto di una campagna di repressione da parte delle autorità comuniste di Hanoi contro attivisti, dissidenti e voci critiche. Un giovane interpellato da AsiaNews, dietro anonimato, sottolinea che “il governo comunista [del Vietnam] non accetta alcuna decisione contraria al proprio punto di vista”.
Mẹ Nấm è madre di due figli che vivono con la nonna dal giorno dell’arresto. L’attivista cattolica, vincitrice di diversi premi e riconoscimenti per la sua opera in difesa dei diritti umani, era già stata reclusa per nove giorni nel 2009 per aver denunciato i danni causati dalle miniere di bauxite nel nord del Vietnam. In passato si era anche scagliata contro l’imperialismo cinese nei mari, le morti in cella ed è una delle molte donne rinchiuse ancora oggi nelle carceri vietnamite per aver manifestato a difesa della libertà, dei diritti civili e dell’ambiente.
Il nuovo arresto è avvenuto nel giugno scorso nella provincia di Khánh Hòa (sud del Paese) secondo l’articolo 88 del codice penale, che punisce la “propaganda contro la Repubblica socialista del Vietnam”. Le prove sarebbero i suoi articoli contro il disastro ambientale dell’azienda taiwanese Formosa Group, che ha colpito le province centrali-settentrionali del Paese nell’aprile dello scorso anno e ha sollevato grande scandalo e indignazione. Fra i titoli incriminati vi sono: “Il pesce ha bisogno dell’acqua pulita, il governo sia trasparente”, “Condannate il Formosa Group”, “No al gruppo Formosa”, “No all’espansionismo cinese”. Per questa stessa vicenda nei giorni scorsi il Tribunale del popolo della provincia di Ha Tinh ha condannato a sette anni di carcere, più altri tre di domiciliari, il 22enne attivista 22enne Nguyen Van Hoa.
Commentando la conferma in appello della condanna, Ha Huy Son - membro del collegio di difesa della donna - parla di “sentenza non obiettiva” e procedimento “ingiusto”. “Quynh è innocente - ha aggiunto il legale - e ha solo fatto valere i propri diritti in quanto cittadina”. Fonti locali contattate da AsiaNews affermano che le autorità “hanno impedito alla madre” di assistere all’udienza e all’esterno del tribunale la polizia ha malmenato e arrestato diverse persone, mentre agenti in borghese hanno sequestrato i telefoni cellulari.
Persone vicino alla famiglia riferiscono che il 27 novembre scorso il governo ha revocato la licenza a uno dei più importanti avvocati del Vietnam, anch’egli parte del team di legali che avrebbe dovuto difendere l’attivista cattolica in aula. Una decisione giunta a pochi giorni dall’appello e tesa a indebolire le armi di difesa a disposizione di Mẹ Nấm. Durante l’udienza l’attivista cattolica ha ribadito la propria innocenza, ammettendo di aver scritto articoli ma il cui contenuto “non costituisce un crimine”.
Attivisti e Ong internazionali pro diritti umani ricordano che Quynh è una delle sei persone condannate quest’anno in Vietnam per aver esercitato il diritto di espressione, associazione o assemblea pacifica. Con una tendenza in continua crescita e preoccupante dall’inizio del 2016. Secondo Human Rights Watch (Hrw) ancora oggi vi sono oltre 100 prigionieri politici nel Paese del sud-est asiatico; accuse respinte da Hanoi, secondo cui non vi sono detenuti per reati di opinione ma solo criminali puniti per aver violato la legge.(DS)
06/02/2017 15:47