Confermata la condanna contro i fedeli di Thai Ha. Cattolici contro l’ingiustizia
Hanoi (AsiaNews) – La corte di appello ha riconfermato oggi la condanna contro gli 8 fedeli della parrocchia di Thai Ha colpevoli – secondo il governo - di “distruzione di beni” e “turbamento dell’ordine pubblico”. In realtà gli 8 fedeli sono alcuni delle migliaia di cattolici che hanno partecipato alle manifestazioni e veglie per fermare l’esproprio dei terreni della parrocchia di Thai Ha. Gli 8 erano già stati condannati in prima istanza nel dicembre 2008. Il presidente della corte, Nguyen Quoc Hoi, ha dichiarato che "il comportamento degli accusati è stato pericoloso per la società, causando serie conseguenze e minando la grande unità nazionale". Gli accusati si sono ancora una volta difesi rivendicando la loro innocenza. "Una preghiera pacifica - ha detto Le Thi Hoi, uno degli 8 - non può essere definita 'disturbo dell'ordine pubblico'". La situazione nella città e attorno al quartiere della corte è molto tesa.
Stamane almeno 5 mila cattolici della capitale hanno partecipato ad una marcia di preghiera conclusasi davanti al tribunale dove stava per iniziare il processo d’appello. Ieri, in serata a Saigon altri 5 mila, cattolici e non, hanno pregato contro l’ingiusto processo.
La manifestazione ad Hanoi è avvenuta in aperta sfida alle minacce e intimidazioni operate dal governo della città. Stamane alle 6, dopo la messa mattutina a Thai Ha, i 5 mila fedeli, accompagnati da dozzine di padri redentoristi e da sacerdoti della diocesi, hanno marciato per 12 km fino a 200 metri dal tribunale. Almeno 1000 poliziotti in tenuta anti-sommossa e con cani addestrati al guinzaglio hanno tenuto a bada la folla che pregava e domandava giustizia.
Il processo d’appello è stato fortemente manipolato: l’avvocato difensore che gli accusati avevano scelto, Le Tran Luat, ha subito per mesi vessazioni, accuse, minacce e infine gli è stata ritirata la licenza di esercitare la professione. Ieri, un giorno prima del processo, la televisione VTV1 ha lanciato una serie di accuse contro i redentoristi, i reggenti della parrocchia, dicendo che essi “manipolano” i fedeli per loro scopi non ben definiti e si domanda come mai i sacerdoti non sono stati ancora arrestati. Lo stesso canale televisivo aveva a suo tempo diffuso notizie che gli 8 accusati si erano dichiarati colpevoli, mentre al processo gli 8 hanno sempre dichiarato la loro innocenza.
Ieri la polizia ha ispezionato tutte le case del quartiere di Ha Dong, dove avviene il processo per allontanare ogni persona non residente, che potrebbe inscenare dimostrazioni. Alcuni sono stati espulsi dal quartiere e altri sono stati arrestati. La polizia ha avvertito i residenti dell’area di non ospitare nessuno, minacciando severe punizioni se essi non collaborano.
Ieri sera a Saigon, almeno 5 mila persone – cattolici e non, insieme perfino ad autorità politiche locali – hanno preso parte a una veglia di preghiera a lume di candela per gli 8 fedeli che oggi sono processati in appello. Alla veglia, iniziata con la messa, hanno partecipato più di 60 redentoristi e 18 preti diocesani.
P. Vincent Pham Trung Thanh, superiore provinciale dei redentoristi vietnamiti, ha preso la parola, invitando i presenti a pregare per l’arcivescovo di Hanoi, mons. Ngo Quang Kiet, per il parroco di Thai Ha, p. Vu Khoi Phung, e per gli 8 accusati, che “lottano per la giustizia nella diocesi di Hanoi”.
Al momento dell’omelia, un sacerdote ha paragonato il processo subito dagli 8 a quello di Gesù: “Più di 2 mila anni fa, i capi politici di quel tempo hanno condannato a morte Gesù, sospendendolo alla santa croce. Non è stato anche quello un processo ingiusto?... Dopo la croce viene la gloria. Gesù stesso ha detto: Io ho vinto il mondo. La Verità vi farà liberi. La verità non può morire… In questi ultimi anni molti fedeli si sono levati come testimoni di giustizia. Essi sono disposti ad accettare tutte le difficoltà e avversità in nome della verità”.