Con prove inventate, le autorità kazake condannano un cristiano battista
Astana (AsiaNews/Agenzie) - Con una serie di accuse pretestuose e presunte prove montate ad arte, le autorità kazake hanno incriminato e condannato un cristiano protestante per distribuzione illegale di materiale religioso. Vasily Stakhnev, fedele battista, avrebbe violato la legge sulla libertà religiosa, voluta con forza dal presidente Nursultan Nazarbayev e approvata il 21 ottobre scorso; in pochi mesi la normativa ha sollevato feroci polemiche e determinato la cancellazione di quasi 600 fra chiese e confessioni religiose (cfr. AsiaNews 23/02/2012 Il governo kazako mette fuorilegge 579 fra chiese, comunità e confessioni religiose).
Le attività religiose non registrate e regolamentate dallo Stato sono rigorosamente vietate in Kazakistan; proibita al contempo, secondo la legge approvata dal governo di Astana, la distribuzione di letteratura e materiale a sfondo confessionale che non abbia ricevuto la - previa - autorizzazione da parte della censura. In base a questa norma, le autorità hanno compiuto una serie di raid punitivi ai danni di fedeli di confessioni religiose diverse, fra cui Testimoni di Geova, cristiani e Hare Krishna (cfr. AsiaNews 03/05/2012 Le autorità kazake contro Testimoni di Geova, cristiani e Hare Krishna).
In particolare, i membri della Chiesa battista sono un bersaglio facile per la censura di regime visto rifiutano - in linea di principio - la registrazione governativa per la pratica del culto. Fonti locali riferite da Forum 18 raccontano che lo scorso febbraio agenti della sicurezza hanno fatto irruzione nella casa di Vasily Stakhnev e due altri fedeli a Serebryansk, nella zona orientale del Kazakistan, sequestrando liberi e altro materiale cristiano dagli appartamenti dei tre indagati. Dietro pressione della polizia, inoltre, i vicini avrebbero firmato un documento in cui denunciano che l'uomo ha "lasciato materiale cristiano sulle maniglie o infilato sotto le porte degli appartamenti".
Stakhnev afferma con forza la propria innocenza, ammettendo di possedere materiale cristiano, ma di non averlo mai distribuito a terzi. Tuttavia, il 27 aprile scorso il giudice lo ha incriminato e condannato per "attività missionaria" di un culto che "non dispone delle registrazioni previste dalla legge". Egli dovrà pagare una multa superiore ai mille dollari; una somma ben superiore ai magri guadagni che percepisce col proprio lavoro e contro la quale ha annunciato un ricorso.