25/03/2008, 00.00
TAIWAN – CINA - USA
Invia ad un amico

Con il nuovo presidente Ma Ying-jeou, più leggeri i rapporti fra Usa e Cina

Analisti e diplomatici taiwanesi, cinesi ed americani commentano con favore l’elezione del leader nazionalista, che si dice pronto a parlare di pace con Pechino se vengono rimossi i missili puntati contro l’isola. La Cina ad un bivio.
Taipei (AsiaNews) – Con l’elezione presidenziale del nazionalista Ma Ying-jeou, si alleggeriscono i rapporti diplomatici che riguardano lo Stretto di Taiwan. Lo confermano analisti e diplomatici taiwanesi, cinesi ed americani, che commentano con favore i primi passi mossi dal neo-presidente.
 
Alle elezioni dello scorso 22 marzo, Ma ha ottenuto il 58 % delle preferenze rispetto al suo avversario, il democratico Frank Hsieh Chang-ting, che ha riconosciuto la sconfitta ed ha augurato al rivale di “poter governare con saggezza”. Stessa reazione da parte del presidente in carica, Chen Shui-bian, che si è detto “pronto a ritirarsi a vita privata”.
 
Dopo otto anni di tensioni, ovvero i due mandati consecutivi dell’indipendentista Chen, la questione Taiwan sembra indirizzarsi verso una strada più pacifica. Pur non prendendo parte in alcun modo alla campagna elettorale taiwanese, l’amministrazione Bush ha accolto con estremo favore la vittoria di Ma.
 
Jonathan Pollack, analista presso il Collegio navale degli Stati Uniti, spiega: “Questa nomina significa molto per Washington. Taiwan torna ad essere un ottimo partner commerciale ed una dimostrazione di democrazia applicata a pochi passi per la Cina. Negli anni scorsi era un rischio, una miccia sempre accesa”. Il riferimento è ai diversi tentativi del Partito democratico (sempre falliti) di ottenere un’indipendenza formale dalla Cina ed il riconoscimento dell’Onu.
 
Lo stesso Ma, pochi minuti dopo la proclamazione ufficiale, ha detto: “Un trattato di pace con la Cina non è escluso, anche se prima vengono il commercio e l’economia. Chiaramente, non si può ottenere la pace con la minaccia della guerra: il primo passo da compiere è rimuovere i missili cinesi puntati su Taiwan”.
 
Questa presa di posizione sembra aver spiazzato i vertici comunisti, che sino ad ora avevano puntato il dito contro le “pretese irrazionali del criminale Chen” facendo leva sul patriottismo nazionale. Con un interlocutore ben disposto al dialogo, Pechino deve scegliere quale strada prendere: il militarismo difeso sino ad ora con i proclami sul territorio nazionale “in pericolo” sembra infatti non avere più giustificazioni.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Frank Hsieh, nuovo premier di Taiwan, per dialogare con il KMT
25/01/2005
A sorpresa, Frank Hsieh è il candidato democratico per le presidenziali 2008
07/05/2007
Taiwan, si è dimesso il premier Hsieh
17/01/2006
Inizia la visita del leader nazionalista, una nuova era nei rapporti con Pechino
27/05/2008
Presidenziali, il Tibet rischia di affondare i nazionalisti
20/03/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”