Comitato Onu: la detenzione di Aung San Suu Kyi è “illegale”
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – La detenzione di Aung San Suu Kyi è “illegale”; essa viola le “norme del diritto internazionale” e “l’ordinamento giuridico birmano”. È quanto denuncia il comitato delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie – organismo legato al consiglio dell’Onu per i diritti umani – il quale chiede la “liberazione immediata” del premio Nobel per la pace.
La leader del partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha trascorso 13 degli ultimi 19 anni agli arresti domiciliari. Il comitato Onu ha denunciato già cinque volte in passato la violazione delle leggi internazionali sulla detenzione della “Cara signora”. Per la prima volta, però, viene sottolineato che “il regime di arresti domiciliari è contrario anche all’ordinamento giuridico del Myanmar”.
Secondo le leggi birmane solo le persone che “minacciano la sicurezza nazionale” possono essere arrestate senza onere della prova. Il riferimento è alla Legge sulla protezione dello Stato promulgata nel 1975: essa sancisce che il provvedimento di fermo è rinnovabile per un massimo di cinque anni; Aung San Suu Kyi ne ha trascorsi oltre 13 agli arresti. Vi è poi da verificare se la premio Nobel per la pace possa costituire “una minaccia alla sicurezza dello Stato o alla quiete e all’ordine pubblico”.
Jared Genser, consigliere legale di Suu Kyi con base a Washington, accoglie con favore la presa di posizione del comitato Onu perché “avrà importanti ripercussioni” sull’azione delle Nazioni Unite “nei confronti di Paesi come Cina, Russia e altri che hanno sempre protetto la giunta”. Il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie è un organismo indipendente formato da esperti provenienti da Cile, Pakistan, Russia, Senegal e Spagna.
Sempre oggi i leader della Lega nazionale per la democrazia hanno lanciato un nuovo appello per poter incontrare la premio Nobel Aung San Suu Kyi e altri attivisti pro-democrazia detenuti nelle carceri del Paese.