14/03/2023, 10.10
SRI LANKA
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Colombo: card Ranjith chiede le dimissioni del governo ed elezioni

di Melani Manel Perera

Da qualche settimana si è creata una situazione di stallo dopo che la Commissione elettorale si è rifiutata di stanziare i fondi per le votazioni locali. Una sentenza della Corte suprema ha stabilito che il ministero del Tesoro non può trattenerli. L'arcivescovo: "Il governo deve rispettare la decisione, altrimenti mina le basi della democrazia".

Colombo (AsiaNews) - I parlamentari dovrebbero dimettersi e permettere al popolo di eleggere un nuovo governo. È quanto auspicato dall’arcivescovo di Colombo, il card. Malcolm Ranjith, criticando lo stallo politico che si è creato nel Paese dopo il rinvio delle elezioni locali: “I governanti hanno creato una spiacevole situazione, per cui i parlamentari e i ministri dovrebbero dimettersi dai loro incarichi se hanno il coraggio, e lasciare che il popolo elegga una nuova amministrazione", ha dichiarato ieri l'arcivescovo in una conferenza stampa da lui convocata presso la Casa arcivescovile.

"Non si può dire che al popolo dello Sri Lanka piacciano questi governanti, perché abbiamo votato per un altro programma che oggi non esiste più. Al contrario, stanno cercando di proporre altri nuovi programmi”, ha affermato il porporato, che ha anche chiesto di intervenire contro i parlamentari impegnati a sminuire l'autorità della magistratura. Il governo del presidente Ranil Wickremesinghe ha più volte sostenuto l’impossibilità di condurre elezioni precedentemente programmate per il 9 marzo e poi rinviate a data da destinarsi dalla Commissione elettorale per “mancanza di fondi”.

Tuttavia a inizio mese la Corte suprema ha emesso un ordine secondo cui il governo non ha il diritto a trattenere i fondi e obbliga il ministero del Tesoro a stanziarli. "Nessuno ha l'autorità di interferire nella decisione della Corte Suprema. È chiaro che la sentenza emessa il 3 marzo vincola il presidente, il governo e il Parlamento in egual misura”, ha sottolineato il card. Ranjith. “Devono rispettare la decisione, altrimenti minerebbero le basi della democrazia".

"È stato riferito che due deputati hanno definito questa decisione una violazione dei loro privilegi parlamentari da parte della Corte suprema. La questione va vista con grande preoccupazione”, ha continuato il porporato, facendo notare che nessuno può interferire con le questioni giudiziarie adducendo il pretesto dei privilegi parlamentari. “Chiedo che vengano presi provvedimenti nei confronti di questi deputati per garantire il mantenimento della libertà del potere giudiziario", ha aggiunto.

L’arcivescovo ha poi sottolineato che cercare di rimandare le elezioni frapponendo ostacoli di varia natura è antidemocratico: “Il governo non ha il potere di togliere i diritti alla gente; se lo facesse diventerebbe un regime dittatoriale”. 

Allo stesso tempo il cardinale ha condannato la privatizzazione del porto di Trincomalee, la cui vendita, secondo alcune notizie, sarebbe stata negoziata a favore di compagnie straniere. Il card. Ranjith ha commentato dicendo che si tratta di una situazione molto triste e che tali azioni non possono essere approvate.

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