20/12/2024, 10.12
SRI LANKA
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Colombo: allarme suicidi soprattutto tra i giovani

di Arundathie Abeysinghe

Secondo l'Oms nel Paese sono ancora circa 3mila ogni anno le persone che si tolgono la vita. Una larga parte sono giovani studenti dai 12 ai 25 anni provati da stress, ansia e isolamento. Pesa lo stigma sociale verso la cura della salute mentale e l'assenza nelle scuole di professionisti e spazi di ascolto sicuri. Gli psicologi: "Servono programmi di sensibilizzazione che coinvolgano tutta la comunità".

Colombo (AsiaNews) - Lo Sri Lanka ha uno dei tassi di suicidio più alti al mondo. Nonostante una diminuzione registratata negli ultimi anni, il fenomeno continua a preoccupare soprattutto per giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ogni anno circa 3mila singalesi muoiono per suicidio e molti altri lo tentano. Una parte considerevole è costituita da studenti incapaci di gestire stress, isolamento e pessimismo.

Nelle ultime settimane si è verificata una serie di suicidi di studenti, soprattutto a Colombo e nei suoi sobborghi. Episodi che hanno messo in evidenza la gravità della crisi, suscitando discussioni e richieste di azioni rapide, tra cui la necessità di cambiamenti sistemici a livello politico per affrontare il problema. Una delle cause identificata è la mancata cura della salute mentale, tema stigmatizzato, soprattutto nei contesti educativi. Le scuole non sono attrezzate per affrontarne la complessità e nella maggior parte dei casi, la discussione su questi temi è minima o inesistente. Molti studenti sono riluttanti a esprimere i loro problemi e il loro disagio rimane nascosto fino a quando non diventa insostenibile. La maggior parte delle scuole considera i problemi psicologici come minori e non fornisce agli studenti assistenza.

Nei principali ospedali dello Sri Lanka, invece, vengono offerti servizi di cura della salute mentale, in particolare per i disturbi depressivi, i disturbi dovuti a sostanze psicoattive e la schizofrenia. Tuttavia, molti giovani tendono a evitare di farsi curare a causa dello stigma sociale. Gli esperti ritengono che i problemi di salute mentale dei giovani dovrebbero essere riconosciuti e trattati come un malessere specifico, diverso rispetto quelli che interessano gli adulti, dedicando loro cure speciali.

Gli psicologi Nadeera Kalupahana e Udaya Siritunga spiegano ad AsiaNews che “per frenare l'aumento dei suicidi studenteschi, è necessario fornire assistenza psicologica nelle scuole, dove gli studenti possano discutere liberamente e in modo confidenziale delle loro difficoltà emotive e psicologiche”. Favorirebbe questo processo l’inserimento nelle strutture educative di consulenti professionali di salute mentale e psicologi, che aiutino gli studenti a gestire lo stress e l'ansia. “Si dovrebbero organizzare programmi di sensibilizzazione psicologica con la partecipazione dei genitori e delle comunità, fornendo servizi psicologici altamente specializzati e guidati da esperti per salvaguardare la sicurezza e il benessere degli studenti”.

I due studiosi negli ultimi anni hanno raccolto dati su coloro che sono sopravvissuti a tentativi di suicidio, i quali hanno fornito molte informazioni sui processi psicologici che portano a queste decisioni fatali. “La maggior parte di questi tentativi di suicidio da parte di minori sono stati impulsivi, decisioni improvvise, richieste di aiuto piuttosto che un vero e proprio desiderio di porre fine alla propria vita”, sottolineano Nadeera e Udaya. Alcuni di loro si sono pentiti delle loro azioni e sono contenti di essere sopravvissuti. “Sebbene condizioni cliniche come la depressione e i disturbi d'ansia siano sempre più comuni tra i giovani, nella maggior parte dei casi l'idea del suicidio è l'ultima risorsa a causa della mancanza di assistenza precoce o di un trattamento clinico come la terapia o i farmaci, se necessario”.

I docenti universitari Lilantha Malalasekara e Dushni Weerasinghe sono del parere che “le ricerche sul tema suggeriscono collaborazioni multidisciplinari, l'impegno della comunità e l'utilizzo dei media per la prevenzione dei suicidi”. Nonché una “narrazione responsabile, invece della promozione di notizie sensazionali, che includa maggiore impegno dei giovani nelle attività ricreative, sportive o artistiche”. È inoltre necessario formare gli insegnanti per la prevenzione, la valutazione, la gestione e il follow-up di chiunque sia colpito da comportamenti suicidi. “È anche necessario promuovere cambiamenti sistematici e fondamentali a livello di governance e di politiche per salvare le vite degli studenti dello Sri Lanka”. 

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