Colombo: a tre anni dalle violenze buddiste, risarcimenti alle vittime musulmane
I ministri hanno approvato indennizzi per i defunti e i feriti, ma non per le proprietà distrutte. Nel giugno 2014 i radicali del gruppo Bodu Bala Sena hanno saccheggiato e raso al suolo tre città nel sud-ovest dell’isola. Nuove speranze per le popolazioni locali.
Colombo (AsiaNews) – A più di tre anni di distanza dalle violenze dei radicali buddisti contro la minoranza musulmana nel sud-ovest dello Sri Lanka, il governo di Colombo ha deciso di risarcire le vittime. L’iniziativa, presentata da D.M. Swaminathan, ministro per le riforme delle prigioni, la riabilitazione, il reinsediamento e gli affari indù, è stata ratificata dal gabinetto di Maithripala Sirisena lo scorso 22 agosto. Le famiglie delle tre vittime riceveranno due milioni di rupie a testa [11mila euro, ndr]; i feriti, circa 80, 500mila rupie ciascuno [2700 euro, ndr].
Nel 2014 i buddisti hanno aggredito, saccheggiato e raso al suolo Dharga Nagar, Beruwela e Aluthgama, tre città a maggioranza islamica. Le violenze sono iniziate il 15 giugno e continuate per due giorni senza sosta. Circa 10mila persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case, 8mila musulmani e 2mila singalesi. Sono stati i musulmani a pagare il prezzo più alto: il bilancio finale è stato di 3 morti, 80 feriti, 90 case distrutte, negozi, proprietà e moschee danneggiate per milioni di rupie srilankesi.
Le aggressioni sono state capeggiate dal gruppo radicale buddista Bodu Bala Sena (Bbs), che avrebbe agito per ritorsione contro il presunto attacco ai danni del ven. Ayagama Samitha Thero. Appreso dell’incidente, Galagoda Aththe Gnanasara Thero, monaco buddista leader del Bbs, ha radunato i seguaci e incitato alla violenza radicale tra singalesi buddisti e musulmani. Al termine del raduno, i militanti del Bbs hanno marciato nelle zone a maggioranza islamica delle città. Ogni proprietà dei musulmani è stata presa di mira, mentre venivano risparmiati i negozi singalesi.
L’ex governo di Mahinda Rajapaksa aveva già stabilito di ricostruire alcuni negozi tramite l’impiego dei militari. Ma, stando a quanto appreso da AsiaNews, finora nessun musulmano ha ottenuto risarcimenti per le proprietà danneggiate. Mohomad Hanifa Mohomad Sharook Hajiyaar, residente a Dharga Town, racconta: “Il 15 giugno di tre anni fa ho perso tutto di fronte ai miei occhi. Uno dopo l’altro, [gli aggressori] hanno bruciato tutto, casa e negozio”. Egli era il proprietario di un autosalone, dato alle fiamme, e racconta che prima di appiccare “il fuoco alla mia abitazione, i radicali singalesi hanno rubato gli oggetti di valore. Non ho potuto fare nulla contro di loro”.
Nonostante le promesse, il precedente governo non ha stanziato alcun finanziamento. Per questo ora la notizia dei compensi dà nuova speranza alle popolazioni locali. “Questa decisione – afferma Hanifa – è un importante passo per le famiglie delle vittime e i feriti. Anche se io non rientro in questa categoria, e non ho diritto ad alcun indennizzo, sono contento per loro”.