Colombo, un libro sul contributo cristiano alla politica nazionale
L’autore è Wijith Rohan, un docente cattolico che insegna Cultura classica e cristiana. Il volume – 16 articoli e vari saggi – presenta un’interpretazione cristiana di fatti storici e politici del Paese. È stato presentato da un relatore buddista che ne ha spiegato l’importanza per la società di oggi. “Il cattolicesimo insegna a liberare gli oppressi”.
Colombo (AsiaNews) – Fornire “un’interpretazione della politica srilankese in chiave cristiana e sottolineare l’importanza della missione di Gesù che si metteva dalla parte degli oppressi”. È lo scopo del nuovo libro di Wijith Rohan, un docente cattolico che insegna Cultura classica e cristiana all’università di Kelaniya, nello Sri Lanka. Pochi giorni fa è stato presentato al pubblico il suo ultimo lavoro, un manuale intitolato “La visione cristiana della politica srilankese”. Nel discorso di presentazione, il dott. Nirmal Ranjith Devasiri ha detto: “È un libro molto utile per la società di oggi. Dovrebbe essere letto da persone di ogni religione, perché è uno strumento essenziale per imparare a vivere in maniera pacifica e senza problemi”.
Il relatore, di fede buddista, ha raccontato come “proseguendo nella lettura, capitolo dopo capitolo, mi sono reso conto che il libro non è solo per i cattolici, ma è adatto a tutte le persone. La visione dell’autore è utile a tutto il Paese”.
Il volume è stato presentato lo scorso 30 giugno al Centro per la società e la religione a Maradana, vicino Colombo. Ad AsiaNews l’autore spiega che il testo “contiene 16 articoli e vari saggi su fatti storici e politici del Paese visti secondo una prospettiva biblica. Vi è un’interpretazione teologica della guerra civile dello Sri Lanka, della Chiesa e della politica cristiana, delle leggi, diritti umani, libertà, e una visione economica della Bibbia”.
Wijith Rohan riferisce che la teologia politica cristiana risale alla Riforma protestante del 16mo secolo, e in seguito è stata ripresa dopo il Concilio Vaticano II dalla Chiesa di Roma. Il docente ricorda anche diversi teologi del periodo della Germania nazista, o i teorici della liberazione in America latina, Asia e Africa. “Tutti loro – afferma – non hanno seguito un cammino di violenza. Anzi, spesso sono rimasti vittime della violenza di Stato o del regime. Le radici delle Sacre scritture invitano tutte le persone di buona volontà a testimoniare il regno di Dio nel mondo. Le persone con una tale visione della politica, con una prospettiva di liberazione, possono affrontare i rischi e rispondere in maniera positiva alla vocazione radicale di Gesù di Nazareth”.
L’autore sostiene che “si può vivere in questa terra non pensando solo alla liberazione personale, ma a quella di tutto il genere umano”.
Il dott. Nirmal Ranjith aggiunge: “Nessuno può dire che la religione è una cosa inutile, perché senza di essa non si può vivere una buona vita. La religione non può essere separata dalla vita umana. In questo senso il cattolicesimo è davvero importante perché parla e insegna la libertà degli oppressi”.