Colombo, attivisti: 'Riconoscere il diritto alla terra per superare la crisi alimentare'
Tra il 30 e il 35% della popolazione srilankese dipende dal settore agricolo, ma a giugno l'inflazione dei beni alimentari era di oltre il 90%. Per anni ai contadini è stata sottratta la terra, prima dai militari e poi dagli istituti di conservazione.
Colombo (AsiaNews) - La Giornata mondiale dell’alimentazione, celebrata il 16 ottobre, è arrivata in un momento di grave crisi economica per lo Sri Lanka. Funzionari statali e delle Agenzie delle Nazioni unite si sono riuniti per promuovere i diritti alla terra degli agricoltori, durante un evento intitolato “Una produzione migliore, un’alimentazione migliore, un ambiente migliore, una vita migliore"
Il primo ministro Dinesh Gunawardena, pronunciando il discorso di apertura, ha sottolineato che, poiché quasi il 30-35% della popolazione dipende in modo diretto o indiretto dall'agricoltura per il proprio sostentamento, lo Sri Lanka deve investire nella modernizzazione e nello sviluppo del settore agricolo, sottolineando che il "governo è impegnato a realizzare questo compito gigantesco. L'agricoltura e la sicurezza alimentare rimangono una priorità nazionale".
Anche il responsabile del Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam) in Sri Lanka, Gerard Rebello, ha evidenziato la necessità di un'azione urgente per salvaguardare le comunità più vulnerabili ed emarginate dall'impatto della crisi: "Il Pam ha avviato operazioni di emergenza per fornire assistenza alimentare a 3,4 milioni di persone. Stiamo inoltre continuando a lavorare con i piccoli agricoltori per rendere i sistemi alimentari più solidi e resistenti agli shock climatici, in modo che il cibo viaggi senza interruzioni dalla fattoria alla tavola anche durante i periodi di crisi".
Secondo dati governativi, l’inflazione dei beni alimentari a giugno era di oltre il 90% e le previsioni non sono delle migliori: nel breve termine la scarsità di cibo e i prezzi continueranno ad aumentare. Tuttavia alcuni sostengono che lo Sri Lanka abbia le capacità di affrontare questa crisi grazie al ruolo dei produttori locali, ai quali devono essere riconosciuti i loro diritti: "Più di 1-5 milioni di abitanti dello Sri Lanka sono piccoli produttori”, ha spiegato Sandun Tudugala, rappresentante della People's Alliance for Right to Land (Parl). Ma per oltre 30 anni “le province settentrionali e orientali del Paese sono state sottratte loro, prima da parte dell’esercito e poi in modo arbitrario dagli istituti di conservazione delle foreste e della fauna selvatica”.
"Inoltre - ha continuato l’attivista - i contadini vengono allontanati dai terreni agricoli per lo sviluppo del turismo e i lavoratori delle piantagioni, che hanno contribuito allo sviluppo economico del Paese nella produzione di cibo per molte generazioni, non vedono ancora i diritti sulla terra", ha detto.
Quasi il 40% della popolazione srilankese è impegnato nell'agricoltura o nell'allevamento. All’interno della Commissione popolare per la terra, indetta da Parl tra il 2020 e il 2021, i piccoli produttori avevano denunciato "la perdita di terreni agricoli a causa della militarizzazione, l'acquisizione di terreni per la coltivazione su larga scala orientata all'esportazione, lo sviluppo delle infrastrutture e del turismo, l'espansione urbana, il trasferimento di terreni agricoli a imprenditori privati e casi di acquisizione forzata da parte di vari ministeri".
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