Colombo, attentati di Pasqua: Sirisena scarica le colpe sui propri funzionari
La Chiesa cattolica respinge le affermazioni dell'ex capo di Stato. Egli ha dichiarato di non aver commesso errori che hanno poi portato agli attacchi del 2019. Nelle scorse settimane la Corte suprema gli aveva ordinato di pagare un risarcimento alle vittime.
Colombo (AsiaNews) - Ieri mattina l’ex presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, scusandosi con la comunità cattolica del Paese dopo aver aver ricevuto l’ordine da parte della Corte suprema di risarcire le vittime degli attentati di Pasqua del 2019, ha precisato che la sentenza del tribunale non afferma che lui durante il suo mandato da capo dello Stato abbia commesso un errore che ha portato agli attacchi. Egli osserva che i giudici lo hanno ritenuto colpevole per le negligenze dei funzionari da lui nominati. “Questo è il motivo per cui la Corte mi ha imposto una multa di 100 milioni di rupie [circa 250mila euro]", ha detto l’ex presidente. “L'ho accettata con rispetto e sto cercando di pagarla come posso, con l'aiuto dei miei cari", ha aggiunto.
Nel blitz terroristico, durante il quale 269 persone sono state uccise e più di 500 ferite, gli attentatori hanno preso di mira con attacchi suicidi diverse chiese e alcuni hotel.
Oggi è arrivata la risposta della Chiesa cattolica dello Sri Lanka: “Perdonare non è un problema in quanto cristiani. Ma il problema è che vogliamo sapere l'esatta verità dietro gli attentati di Pasqua. Qual era lo scopo di questi attacchi e chi esattamente ha compiuto questa strage per uccidere centinaia di persone innocenti”, ha dichiarato p. Cyril Gamini Fernando durante una conferenza stampa alla Casa vescovile nella capitale.
“Rifiutiamo e ci opponiamo alle dichiarazioni dell’ex presidente”, ha proseguito il sacerdote. “Crediamo che ci sia una cospirazione dietro gli attacchi, come affermato dal procuratore generale. Per il bene della sicurezza delle persone e del Paese, dobbiamo scoprire la verità".
Da parte di Sirisena, “dire che è stato accusato per i fatti compiuti dai suoi funzionari è fuorviante e sono affermazioni che distorcono il verdetto della Corte suprema, per questo ci opponiamo alle sue dichiarazioni”, ha sottolineato p. Gamini.
Il portavoce ha continuato spiegando che “se non viene fuori la verità, possiamo aspettarci altri crimini come questi da parte delle autorità, che cercheranno di ottenere e mantenere il potere. Pertanto, dobbiamo conoscere la verità. È il nostro unico e principale obiettivo".
12/02/2021 14:51