Coalizione Nato contro l'Esercito islamico, con tanti "se" e "ma"
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Alcuni Paesi membri della Nato sono pronti a riunire i loro sforzi per combattere i militanti dello Stato islamico (SI), pur ammettendo che ci vorrà del tempo, che non ci saranno truppe di terra e non vi sarà collaborazione con Siria e Iran.
Parlando a Cardiff al raduno dell'Alleanza atlantica, il presidente Usa Barack Obama ha detto che vi è un "nocciolo di coalizione" pronto all'attacco dello SI, frenando la loro avanzata, fino a "vincere lo Stato islamico".
La coalizione è formata da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Canada, Danimarca, Francia, Germania , Italia, Polonia e Turchia. Essa cercherà la collaborazione "fondamentale" dei Paesi arabi. In contrandosi coi rappresentanti della nuova coalizione, il segretario di Stato John Kerry ha chiesto loro di indicare modalità di collaborazione per presentare un piano alla prossima Assemblea generale dell'Onu, alla fine del mese.
Egli ha anche messo in chiaro che "non vi saranno scarponi sul terreno", cioè non vi sarà invio di truppe di terra in Iraq e non vi sarà alcuna collaborazione con la Siria e l'Iran, sebbene questi abbiano come nemico lo stesso SI.
Fino ad ora i Paesi Nato hanno contribuito in modi diversi: gli Stati Uniti hanno compiuto più di 100 raid aerei contro postazioni dell'EI, permettendo a curdi e forze irakene di riguadagnare terreno; Germania Francia e Italia offrono assistenza umanitaria e armi ai curdi; il Canada ha deciso di inviare decine di consiglieri militari. Proprio la Francia, la cui economia dipende molto dagli Emirati, ha escluso una collaborazione con la Siria. E d'altra parte, tutti questi Paesi hanno sostenuto in passato le milizie islamiche - fra cui vi era l'Isis, oggi SI - contro Assad.
Altri campi di urgente collaborazione sono il blocco dei finanziamenti all'esercito islamico e la condivisione di intelligence sugli occidentali - almeno 2mila - che si sono arruolati come milizie del califfato, potenziali terroristi al loro ritorno in patria ed esecutori delle brutali violenze di questi giorni.
A tale proposito, nella riconquista di Sulaiman Bek, le truppe curde e le milizie sciite hanno scoperto ieri una fossa comune contenente i corpi di 35 persone.