Cinema pieni e polemiche per La « Passione di Cristo »
Bombay (AsiaNews) - La Passione di Cristo è nelle sale cinematografiche del paese dail 6 maggio. A Bombay La Passione diretta da Mel Gibson, ha battuto i record ai botteghini nonostante le accuse di tradizionalismo, sadismo ed anti-semitismo, rivolte a Gibson. Il controverso film è uscito nelle sale senza censure, contradistinto dalla lettera « A » (visione consigliata agli adulti).Sull'accusa di antisemitismo rivolta al film, il distributore indiano afferma che soltanto una cattiva interpretazione del film potrebbe indossare la colpa della morte di Cristo a tutti gli ebrei. Come si vede nel film, non tutti gli ebrei volevano la Sua crocifissione. Quel che è ancora molto più importante è la comprensione che la responsabilità della morte di Cristo è di tutta l'umanità: il nucleo dell'interpretazione di Mel della storia della Passione sta nel peccato.Padre Augustine Kanjamala SVD, direttore dell'Istituto della cultura indiana a Bombay, ha dichiarato che esistono più chiavi di interpretazione per il film: c' è quella cristiana, ma anche un'interpretazione laica. La dimensione socio-politica del film mostra la violenza politica nella quale sia i governanti romani che i capi religiosi, si uniscono per uccidere un uomo che pericoloso per i loro sistemi. Padre Augustine ha dichiarato che l'importanza del film sta nei termini di violenza politica che accade nel mondo odierno e nel fatto che Gesù come uomo ha diffeso valori contrari alla cultura della sua epoca sacrificando la propria vita per la salvezza dell'umanità.E' senza dubbio un film sulla fede cattolica. Vijay Lazarus, presidente dell'Universal Music Ltd., presidente delle Industrie musicali indiane e presidente della Music Performance Ltd., esponente eminente e devoto della comunità cattolica ha dichiarato: " il mondo secolare accetta Gesù come mero "esempio" umano della fede, il film rivela perché Gesù è soggetto della nostra fede". Secondo un commentatore, il film non è indirizzato ai non-credenti, in quanto potrebbe in quel caso essere inteso come un'opera sadica. Ma è indirizzato a coloro che hanno sperimentato le sofferenze di Cristo durante le letture dei vangeli o durante le cerimonie della « Via Crucis »: il mistero della Redenzione sarà vissuto con maggiore consapevolezza dopo la visione del film. Le lacrime di tante persone continuano a scorrere all'uscità dalle sale. I non -cattolici erano curiosi di vedere l'affluenza ai botteghini e non avevano alcun problema per il contenuto brutale. Per molti di loro, il contenuto politico del film è immaginario. Apprezzano la figura storica di Gesù che lotta per le proprie convinzioni politiche e accusa i sistemi ingiusti. Uno studente universitario con degli orecchini, ha detto che il realismo brutale del film gli ha fatto realizzare che cosa significa realmente per un essere umano lottare per il proprio credo e per i propri principi. Cristo ha patito cosi tanti tormenti e sofferenze da ispirare al giovane spettatore di opporsi alla politica ed alle strutture sociali ingiuste.I giovani spettatori usciti dalle sale di Bombay Sud, ai quali veniva chiesto se avessero visto il film da un'angolazione politica, riportavano il film, senza esitazione, agli avvenimenti che accadono nel mondo odierno. Un sociologo l'ha paragonato alle barbarie messe in atto contro i pigionieri iracheni, da parte di pochi soldati americani. Erano tuttavia, incorraggiati dal fatto che se il sistema, sia religioso che politico, è errato, vi sono delle persone pronte a morire per correggere tale ingiustizie. Ancora oggi vi sono delle voci che vengono azzittite, anche in campo religioso, se si presenta qualcuno che non aderisce alle norme imposte dalle autorità. Sbarazzarsi dalle persone ritenute fastidiose al sistema è un comportamento consueto perfino nelle sfere religiose, almeno secondo quanto emerge dai sentimenti dei giovani colti contemporanei. I capi delle chiese di Mumbai hanno reagito in modo diverso dopo la visione del film. Molti lo hanno trovato molto "crudele". Secondo loro, il centurione che trafigge il corpo di Cristo ed il colpo del mazza sui chiodi erano di grande disturbo. Un sacerdote noto per le sue posizioni tradizionaliste, invece, era molto entusista del film. « E' il vangelo della sofferenza » ha esclamato, parlando di trionfo piuttosto che gioia per l'espressione intensamente articolata ed artistica della fede. Un altro membro del clero che ha preferito rimanere anonimo ha detto che Mel Gibson ha raggiunto il limite nel rappresentare la durata delle sofferenze e nel collegare la sofferenza alla redenzione dal peccato.Un prete spagnolo che vive da anni a Mumbai, era divertito di poter seguire i dialoghi in latino senza ricorrere ai sottotitoli in inglese, ed ha sottolineato i diversi accenti degli attori !Dalla maggioranza dei spettatori intervistati sembra che Bombay si sia innamorata della Passione di Cristo, giudicato un film di ispirazione per i credenti e per tutti gli altri. (N.C.)