Cina, reporter comunisti nelle scuole per "stanare i docenti che sparlano della Cina"
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Un giornale controllato dal Partito comunista ha mandato nelle ultime due settimane i propri reporter a seguire le lezioni in decine di università, per "controllare quei professori che parlano male della Cina". Il Liaoning Daily scrive che "nelle visite in più di 20 scuole abbiamo trovato proprio quello che cercavamo: docenti che paragonano Mao Zedong agli antichi imperatori", un concetto "blasfemo" secondo l'ideologia del Partito che indica in Mao il "momento di rottura" con il passato feudale della nazione.
Altri insegnanti sono stati "sorpresi" mentre sottolineavano i fallimenti compiuti dal Partito dopo la presa di potere, nel 1949, oppure mentre lodavano "idee occidentali" come la separazione dei poteri nei governi. Nell'articolo, distribuito sui social network di tutta la Cina, si legge: "Cari professori, la vostra professione richiede qualcosa di più alto da parte vostra. A causa della solennità e particolarità delle classi universitarie, per favore non parlate in questo modo della Cina!".
Da molto tempo i professori cinesi sono sotto controllo e subiscono alcune interferenze dal mondo della politica. Ma Zhang Wen - che insegna giornalismo all'Università per la scienza e la tecnologia di Huazhong - sostiene parlando con l'Associated Press che questa forma di biasimo pubblico "non ha precedenti nella storia recente del Paese". Al contrario, essa "riporta alla memoria le purghe politiche della Rivoluzione culturale", avvenuta 40 anni fa.
Da quando ha preso il potere nello scorso anno, il governo guidato dal presidente Xi Jinping ha rafforzato il controllo su ampie fasce della società: dagli artisti alle chiese cristiane. E anche se i docenti sono per tradizioni considerati una delle voci da rispettare nella società cinese, molti ritengono che questo "reportage" nasca da un ordine emanato per scoprire cosa dicono nelle loro classi.
Secondo Zhang "è una cosa molto brutta. I docenti hanno bisogno di libertà per interpretare i fatti. Altrimenti a cosa servirebbero? Gli studenti potrebbero semplicemente leggere un libro. Credo che sia chiaramente un avvertimento nei nostri confronti".
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