Cina, nuova crociata del Partito contro "lo stile di vita occidentale”
Il governo ordina a tutti gli organi di informazione di evitare riferimenti alla vita privata delle celebrità, ai loro guadagni o alla loro fama. Il settore “intrattenimento” deve seguire le linee morali dei comunisti. In preparazione una legge sul settore cinematografico.
Pechino (AsiaNews) – Nell’ennesimo tentativo di controllare ogni forma di espressione pubblica, il governo centrale cinese ha proibito la diffusione di notizie – anche di intrattenimento – che promuovono gli “stili di vita occidentale”. La nuova nota impedisce di trasmettere materiale “in ogni formato” che “prende in giro i valori tradizionali cinesi o i classici”. Al bando anche le storie di amore delle celebrità.
L’Amministrazione statale per la stampa, la radio, i film e la televisione ha emanato un ordine indirizzato a tutti i mezzi di comunicazione nazionali: nel testo, i censori spiegano che il settore “intrattenimento” deve rimanere “pulito” e deve “adattarsi nei toni e nei modi di parlare alle ideologie del Partito comunista”.
Non si tratta soltanto di censura moraleggiante: l’Amministrazione “previene con forza” anche le storie che raccontano “fortune economiche accumulate troppo in fretta” oppure “fama ottenuta usando intrighi contro gli altri”. In sostanza, riassume l’agenzia Xinhua, “l’intero processo di raccolta delle notizie deve essere conforme a quello che le autorità ritengono sia politicamente corretto”. Fra le pene previste per chi non si attiene alle nuove regole vi sono “critiche pubbliche, la sospensione del programma o la revoca della licenza di produzione”.
La "guerra all'Occidente" va avanti da tempo e coinvolge anche le religioni. Il Partito ha sostenuto le battaglie di alcune università statali contro le celebrazioni del Natale cristiano, proibendo incontri, feste, cartoline di auguri.
Il governo centrale cinese sembra inoltre ossessionato dal controllo dell’informazione. Nel corso dell’ultimo anno ha emesso ordinanze che cercano di controllare i contenuti di internet, i live streaming e ovviamente stampa e televisione. Ma le autorità sono arrivate persino ad occupare fisicamente un giornale “scomodo” per mandare in stampa un numero falso della stessa testata.
In questi giorni il mirino sembra essere sulla produzione cinematografica e televisiva. La Commissione permanente dell’Assemblea nazionale del Popolo (vero organo legislativo del Paese) sta infatti studiando una revisione della legge sull’industria del cinema per assicurarsi che chi lavora nel campo “sia riconosciuto per l’eccellenza professionale e l’integrità morale”. La prima bozza del nuovo documento dovrebbe essere pubblicata il prossimo ottobre.
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