Cina, negata l’assistenza legale al pastore Wang Yi
Il pubblico ministero della provincia del Sichuan, che sta preparando la causa contro il leader cristiano, ha comunicato all’improvviso all’avvocato Zhang Peihong che era stato ricusato dalla difesa. Il pastore è una delle personalità più influenti del mondo della dissidenza cinese, e ha sempre predicato la disubbidienza civile e pacifica.
Pechino (AsiaNews) – Le autorità della provincia cinese del Sichuan hanno impedito all’avvocato del pastore cristiano Wang Yi di incontrarlo in carcere. Il leader religioso è stato arrestato il 14 dicembre del 2018 con l’accusa di “incitamento alla sovversione del potere statale”. Zhang Peihong, il suo legale, racconta: “Il pubblico ministero mi ha detto, dopo mesi di incontri, che non sono autorizzato a rappresentare il pastore Wang. Il motivo sarebbero alcune frasi che avrei scritto su internet”.
Il legale, scrive Radio Free Asia, ha sì scritto un post su Facebook (che in Cina è bandito) ma soltanto per comunicare che non avrebbe dato aggiornamenti sulla causa “per assicurarmi il diritto di poter difendere Wang”. Secondo alcuni membri della Chiesa della Prima pioggia dell’Alleanza, una Chiesa domestica non ufficiale (ossia non riconosciuta dal governo) guidata da Wang, le autorità “sono le colpevoli di questa situazione”.
L’arresto del pastore è avvenuto a Chengdu, nel Sichuan. Il raid della polizia contro la congregazione cristiana ha portato a circa 100 arresti, fra fedeli e studenti di seminario. Anche la moglie di Wang è stata fermata, e rilasciata su cauzione alcuni mesi fa. Alcuni dei fedeli, poi rilasciati, hanno accusato la polizia di essere stati “violentati [stuprati] e abusati” dai poliziotti che li tenevano sotto custodia.
A differenza di molte Chiese protestanti sotterranee, quella della Prima pioggia dell’Alleanza pratica la sua fede in modo aperto; diffonde prediche e studi online; evangelizza per le strade della città; ha un seminario per far studiare i futuri pastori e una scuola primaria per 40 bambini. Wang, inoltre, ha scritto negli anni scorsi un testo divenuto poi molto famoso in Cina in cui criticava le autorità per lo spietato controllo sulle religioni e invitava i cristiani a resistere e a non ubbidire in maniera pacifica alle autorità.
La comunità ha circa 500 membri e 300 simpatizzanti. Essa non è nuova agli arresti e ai raid. Nel giugno 2018 la loro sede era stata chiusa perché la comunità aveva voluto ricordare con un servizio funebre gli uccisi nel massacro di Tiananmen. Alcuni suoi membri sono stati arrestati due mesi fa perché evangelizzavano in strada, vicino alla stazione di Chengdu.