17/12/2014, 00.00
CINA
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Cina, la campagna anti-corruzione continua a mietere vittime

Nel mirino questa volta Jiang Wei, vice presidente della China Resources', che ha prestato senza garanzie 260 milioni di euro a un industriale "amico". Condannato all'ergastolo un ex alto funzionario del Jiangxi, che ha truffato le banche grazie al suo ruolo e ha ottenuto i soldi necessari a comprare 248 proprietà immobiliari. Gli ex fedelissimi di Hu Jintao e l'esercito fanno pubblico atto di sottomissione a Xi Jinping.

Pechino (AsiaNews) - Le autorità disciplinari del Partito comunista hanno messo sotto inchiesta Jiang Wei, vice presidente della China Resources', che avrebbe abusato del suo ruolo per concedere favori a un investitore amico. Questi, Zhang Xinming, avrebbe ricambiato con tangenti e regali di alto valore. La campagna anti-corruzione lanciata dal presidente cinese Xi Jinping continua a mietere vittime nello scenario politico ed economico del Paese, con l'esercito che promette "eterna lealtà" al leader e ammonisce: "Non possiamo perdere questa battaglia, la Cina non ce la farebbe".

L'inchiesta contro Jiang è stata rivelata dal Caixin Media Group, giornale nazionale, secondo il quale il caso riguarda un prestito illegale da due miliardi di yuan (circa 260 milioni di euro) concesso dal funzionario a Zhang Xinming. Questi, industriale dello Shanxi, avrebbe usato i soldi per acquisire una miniera di carbone. Lo stesso Zhang è stato arrestato diversi mesi fa per corruzione.

Condannato all'ergastolo, invece, un ex funzionario del Jiangxi che ha preso prestiti da banche e privati in maniera fraudolenta - per un totale di 400 milioni di yuan - con i quali ha acquisito un piccolo impero immobiliare composto da 248 proprietà. Liu Jianjun - ex capo della contea di Xingan - è considerato un fedelissimo di Su Rong, ex vice presidente della Conferenza consultiva politica e governatore del Jiangxi, anche lui arrestato per corruzione alcune settimane fa.

La scure del Partito si è abbattuta anche sulla famiglia di Ling Jihua, ex braccio destro di Hu Jintao (il predecessore di Xi Jinping). Il figlio è stato al centro di uno scandalo durato mesi, dopo che è stato ritrovato morto al volante della sua Ferrari sul quarto anello di Pechino insieme a due prostitute. Proprio questo fatto di cronaca ha aperto il vaso di Pandora nella corruzione della famiglia. Dal canto suo, il politico ha scelto invece di schierarsi con il nuovo leader: in un editoriale sul quotidiano di Partito Qiushi - lungo 4mila caratteri - Ling cita il presidente almeno 16 volte. Inoltre, ogni paragrafo sottolinea "le fondamentali indicazioni" fornite dal presidente per "combattere e vincere" la battaglia contro le tangenti.

Sulla stessa linea un editoriale apparso oggi sul quotidiano ufficiale dell'Esercito di liberazione popolare. La campagna del presidente Xi contro la corruzione, scrive l'autore, "è una battaglia per la vita o la morte che il Partito non può permettersi di perdere". Secondo alcuni esperti, sI tratta di un "chiaro segnale politico" dato che la campagna anti-corruzione "ha toccato e decapitato anche alcuni vertici militari del Paese: la nuova leadership dell'Esercito sostiene il capo del Partito".  

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