26/11/2015, 00.00
CINA
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Cina, la Corte Suprema riduce la condanna contro la giornalista Gao Yu

Nota per le sue acute critiche contro il regime comunista, la reporter era stata arrestata l'ultima volta nell’aprile 2014 e condannata a sette anni di carcere. Dopo l’appello, i giudici le tolgono due anni ufficialmente per “motivi di salute”. Possibile, dati i suoi 71 anni, che venga presto spostata ai domiciliari.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Corte Suprema del Popolo di Pechino ha ridotto di due anni la condanna inflitta nei confronti di Gao Yu, nota giornalista dissidente. I giudici hanno deciso la riduzione (da sette a cinque anni) dopo l’appello presentato dalla donna, 71 anni, “per motivi umanitari legati alla sua salute”. Gao ha già trascorso diversi anni in carcere, soffre della sindrome di Meniere e di diversi problemi cardiaci.

Mo Shaoping, uno dei suoi legali, dice al South China Morning Post: “Considerando il fatto che è anziana e malata, c’è anche la possibilità che questa condanna venga scontata al di fuori della galera”. Nel Paese non esistono strutture detentive alternative, quindi il riferimento è agli arresti domiciliari.

Gao, famosissima per le sue acute critiche nei confronti del sistema politico e dei leader cinesi, è tornata in carcere per la terza volta nell’aprile del 2015. È stata arrestata nell’aprile del 2014 per aver fornito una circolare interna del Partito comunista cinese al sito di informazione statunitense Mingjing Monthly. Costretta a “confessare” le sue colpe davanti alla tv di Stato, alla vigilia del processo la giornalista ha poi rivelato che dietro la confessione vi era il tentativo di proteggere il figlio e la famiglia, oggetto di minacce.

Al centro dell’accusa ci sarebbe il “Documento n° 9”, un testo redatto dal Partito comunista che ordina ai propri membri e alle forze dell'ordine di frenare “sette influenze sovversive” presenti nella società, fra cui le richieste di democrazia costituzionale, bollata come “occidentale”, e i “valori universali” quali la libertà di parola e il rispetto dei diritti umani.

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