Cina, il governo avverte le coppie: due figli “solo dopo l’approvazione della legge”
Pechino (AsiaNews) – I governi provinciali “devono vigilare con attenzione e punire le coppie che infrangono la legge sul figlio unico, fino a che la nuova norma che permette di avere due figli non sarà approvata dall’Assemblea nazionale del popolo”. Lo scrive oggi la Commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare in un documento inviato alle agenzie locali. La riunione dell’Assemblea, organo legislativo del Paese, è prevista per marzo 2016.
Il Plenum del Partito comunista ha annunciato lo scorso 29 ottobre la decisione di abolire, dopo 36 anni, la norma sulla pianificazione familiare che avrebbe provocato circa 400 milioni di aborti. Il governo ha chiarito che permetterà a ogni coppia di avere due figli, ma secondo gli esperti la decisione arriva troppo tardi e comunque contiene ancora troppe restrizioni.
La Commissione, che gestisce miliardi di dollari di denaro pubblico, ha comunque chiarito che fino alla ratifica “non deve cambiare nulla. Dobbiamo mantenere l’ordine delle nascite”. Dopo il via libera dell’Anp, inoltre, ogni provincia dovrà presentare una propria norma all’attenzione del Congressi del popolo locale, che la trasformeranno in legge.
Fra il 2013 e il 2014 il governo ha “alleggerito” la legge e ha consentito ad alcune coppie (quelle in cui almeno uno dei coniugi è “figlio unico per legge”) di avere un secondo bambino. Tuttavia su 11 milioni di coppie che rientrano in questa casistica soltanto 1,45 milioni hanno chiesto di poter accedere al privilegio concesso. E dei 20 milioni di neonati attesi da Pechino per il 2014 ne sono nati soltanto 16,9 milioni.
Questo squilibrio, spiegano gli esperti, nasce da decenni di influenza politica contraria alla natalità, dall’aumento del costo della vita e dalla difficoltà di trovare lavori dignitosi con stipendi in grado di sostenere una famiglia numerosa. Al punto che il tasso di natalità della Cina è oramai fermo a 1,18 figli per coppia contro la media mondiale di 2,5.
Il calo demografico non incide soltanto sulla società, già in sofferenza per la difficoltà di formare giovani coppie data la predilezione dei genitori per i figli maschi e quindi l’enorme numero di aborti contro le bambine. Il picco peggiore è quello che incide sull’economia nazionale: il calo della forza-lavoro e il collasso del sistema pensionistico, sostiene un analista anonimo, “sono ormai realtà con cui il governo deve fare i conti”.