Cina, giustiziato per corruzione uno degli uomini più ricchi del Paese, legato a Zhou Yongkang
Pechino (AsiaNews) - Il governo centrale cinese ha giustiziato Liu Han, ex industriale legato al settore minerario e uno degli uomini più ricchi del Paese. Liu era legato all'ex "zar della sicurezza nazionale" Zhou Yongkang, caduto in disgrazia dopo la presa di potere del presidente Xi Jinping. Nel maggio 2014 un tribunale lo ha ritenuto colpevole di 13 capi d'accusa - tra cui omicidio, gestione di gioco d'azzardo, vendita illegale di armi da fuoco e associazione di stampo mafioso - e lo ha condannato a morte. In agosto l'appello presentato dai suoi legali è stato respinto.
Questa mattina, insieme a lui sono stati giustiziati il fratello minore Liu Wei e tre "collaboratori": Tang Xianbing, Zhang Donghua e Tian Xianwei. Le esecuzioni sono state confermate dalla Corte intermedia del Popolo della città di Xianning, nella provincia dell'Hubei. Prima di eseguire le condanne, i cinque uomini hanno potuto incontrare i familiari in carcere.
Liu Han - 46 anni e originario della provincia del Sichuan - era il fondatore e titolare dell'Hanlong Group, conglomerata nata nel 1997 e con interessi che andavano dal campo dell'energia all'immobiliare. Il tribunale ha multato la società di 300 milioni di yuan (circa 40 milioni di euro) per diversi crimini, fra cui l'aggiotaggio e l'uso di informazioni private per ottenere prestiti bancari. Durante il processo, la pubblica accusa ha definito il gruppo come "un'organizzazione criminale, con una gerarchia interna simile a quella della mafia, che otteneva profitti da attività criminali".
Con 650 milioni di dollari, Liu era fra i 500 uomini più ricchi di Cina. L'incontro fra Zhou Yongkang e l'industriale avviene nel 2003 attraverso il figlio maggiore dell'ex membro del Politburo, oggi espulso dal Partito e in attesa di giudizio per corruzione. Zhou Bin diventa un "protetto" di Liu per richiesta diretta del potentissimo padre. Nel corso dell'inchiesta, sono emersi dettagli sul rapporto fra il mondo dell'industria e gli alti vertici del Partito: compravendita di beni immobili per prezzi gonfiati o irrisori, "doni" da centinaia di migliaia di yuan, cariche industriali (e stipendi manageriali) conferiti senza alcuna motivazione.
Il processo e la condanna a morte di Liu rappresentano uno dei risultati più spettacolari della campagna "contro le tigri e le mosche" della corruzione in Cina, lanciata dal presidente Xi Jinping subito dopo la sua presa di potere nel novembre 2012. La campagna mira a punire i funzionari comunisti di qualunque grado, colpevoli di intascare denaro pubblico o tenere uno stile di vita esagerato. Il grande analista politico e dissidente Bao Tong ha però contestato la vera natura di questa campagna, che nasconderebbe solo una resa dei conti interna al Partito.