Cina, al via i processi contro la cerchia ristretta di Zhou Yongkang
Pechino (AsiaNews) - L'ufficio del Procuratore supremo del Popolo, massimo organo investigativo della Cina, ha dichiarato questa mattina di aver aperto un processo penale contro 3 alti funzionari nazionali. Due di questi sono collegati in maniera diretta con Zhou Yongkang, ex potentissimo "zar" della sicurezza nazionale, da tempo al centro di voci che vogliono "imminente" il suo arresto per abusi e violazioni nel corso del suo mandato. In un comunicato, l'ufficio del Procuratore ha definito i 3 "colpevoli di corruzione". Essi sono Li Dongsheng, Jiang Jiemin e Wang Yongchun: i primi 2 facevano parte della cerchia ristretta di Zhou.
I funzionari alla sbarra erano stati rimossi dal loro incarico e messi sotto inchiesta diversi mesi fa. Li, ex vice ministro della sicurezza, è stato rimosso dal suo incarico nel febbraio 2014 per "serie violazioni alla disciplina"; Jiang, capo della Commissione che sovrintende alle industrie statali, era sparito dalla scena pubblica nel settembre 2013; Wang, ex alto dirigente della China National Petroleum Corporation (Cnpc), era stato licenziato nell'agosto del 2013.
L'apertura di un procedimento di tipo criminale contro di loro conferma la campagna contro il loro ex protettore, per anni al vertice sia del Ministero della Sicurezza interna che della Cnpc, colosso energetico ed economico di proprietà del governo. Analisti ed esperti ritengono che tutte queste inchieste, cui viene dato enorme risalto sulla stampa nazionale, servono per isolare ancora di più Zhou. Nei suoi anni al potere, egli ha dato enormi poteri agli organi di sicurezza interna e ha aumentato in maniera considerevole il budget a loro destinato. Fino a due anni fa era ritenuto il più potente e il più temuto uomo politico della Cina.
La sua caduta in disgrazia è coincisa con la presa di potere da parte di Xi Jinping e della "Quinta generazione", avvenuta di fatto nel marzo 2013. Il nuovo presidente e capo del Partito ha dichiarato di voler combattere "le tigri e le mosche", cioè i funzionari corrotti di ogni grado. Tuttavia, la sua campagna contro le tangenti e il degrado della politica nazionale è vista sempre più come una "resa dei conti" fra i ranghi interni al potere, e non un vero tentativo di ripulire la Cina dalla corruzione.